Sconfitta Umbria, Conte: “Se salto io, non può esserci nessun altro premier”

A Palazzo Chigi Giuseppe Conte, dopo la debacle alle elezioni regionali in Umbria, ostenta tranquillitĂ . Era un test importante “ma circoscritto”, si era “scelto all’ultimo momento” un candidato “debole”. Ora, si sfoga il premier con i suoi, ci vorrĂ  tempo anche se si aspetta delle reazioni da parte dei partiti che sostengono il suo governo. A preoccuparlo, sostiene il Messaggero in un retroscena, sono i Cinque stelle e Luigi Di Maio, con il quale i rapporti sono molto altalenanti.

Fino a questo momento il presidente del Consiglio ha cercato di minimizzare i sospetti di Di Maio sull’esistenza di una corrente “Giuseppi” interno al Movimento. Ma la corrente in realtĂ  cresce in proporzione alle incursioni di Matteo Renzi e alle polemiche sollevate da chi non ha ottenuto ministeri e poltrone. Conte in questo scenario desidera che la legislatura prosegua, ma non ad ogni costo. E sa bene che un altro esecutivo nato sulle macerie di un secondo esperimento fallito è difficilmente immaginabile. Non c’è un altro premier. Nemmeno Mario Draghi.

Ma Matteo Salvini è su tutt’altra linea. Questo governo non ha piĂą senso e si rivolge al Quirinale. “Ora Sergio Mattarella rifletta. Deve porsi il problema, non può piĂą fare finta di niente. Voleva un governo serio, stabile, credibile agli occhi degli italiani e del mondo, e si ritrova un governo che neppure i parenti dei ministri, neanche i familiari di Conte, Di Maio, Zingaretti ritengono che possa avere un futuro”. Se andranno avanti “poi la loro caduta sarĂ  ancora piĂą fragorosa ed è solo questione di tempo”.

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