«Ti abortiremo noi», gruppo Lgbt minaccia di morte un prete

REGGIO CALABRIA – “Tua madre doveva abortirti. Ti abortiremo noi. Prete di merda”. Questo il messaggio, firmato “Riscossa Arcobaleno”, fatto recapitare ieri mattina a don Davide Imeneo, direttore de “L’Avvenire di Calabria”, depositato all’interno della buca delle lettere della sede della redazione del giornale a Reggio Calabria.

Alla base del messaggio, su cui don Davide ha presentato regolare denuncia, secondo quanto scrive stamani “Avvenire”, ci sarebbe il disappunto per un articolo pubblicato il 29 luglio scorso sul sito del giornale dal titolo “Caro Falcomatà, basta doppia morale sui diritti”. Un articolo, scrive Avvenire, “diretto al sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà del PD, che due giorni prima, in occasione della sua presenza al Gay Pride locale, aveva postato sul suo profilo facebook delle considerazioni sull’iniziativa citando espressamente un frase di don Italo Calabrò, ‘padre’ della Caritas diocesana reggina.

Quel ‘nessuno escluso’ – scrive il giornale della Cei – che don Calabrò utilizzava riferendosi agli emarginati. Partendo da questo spunto, quindi, la redazione de ‘L’Avvenire di Calabria’ voleva aprire un dialogo pubblico con Falcomatà sui diritti negati a Reggio Calabria”. Il giorno seguente, sempre stando al racconto di “Avvenire”, “gran parte dei giornali locali aveva ripreso la nota senza tradirne il significato autentico”, anche in considerazione del fatto che “nell’articolo non vi era nessuna frase discriminatoria verso le persone omosessuali, né sugli organizzatori del gay pride reggino.”

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