Italiani e no. La Sinistra è votata al suicidio

di Aldo Grandi

La Sinistra è votata al suicidio. Politico, ovviamente. Invece di cercare di capire perché gli elettori si sono allontanati, continua a rivolgersi e a prendere come punti di riferimento e di militanza gli extracomunitari. Così facendo, dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, ma è dai tempi delle foibe e delle proteste per il ritorno degli esuli istriani in Italia, di non essere per gli italiani, ma contro.

Qualcuno, probabilmente molti, risponderanno che non è vero, che la disobbedienza nei confronti del decreto legge Salvini è un atto di umanità, ma la verità è un’altra: ancora una volta la Sinistra si dimostra, come del resto è nella sua storia e nelle sue tradizioni ideologiche, antinazionale. E’, del resto, evidente come a protestare contro il decreto sulla sicurezza e, nella fattispecie, a favore degli immigrati, siano soltanto e salvo rare eccezioni, i sindaci di Sinistra pervenuti al potere in tempi lontani quando ancora non aveva cominciato a soffiare, sulla penisola, il vento di una esigenza identitaria presa a calci in bocca e per il culo da una classe politica che ha sgovernato l’Italia negli ultimi anni, favorendo l’immigrazione incontrollata e, adesso, prendendosela con chi è riuscito a fermare l’emorragia. Dispiace, realmente, prendere atto di come il partito democratico sia stato, in un lontano passato, considerato espressione dell’Italia più vera e progressista mentre ora si ritrovi ad essere stato scavalcato, in tutti i sensi, da un partito, la Lega, che fino a qualche anno fa era separatista e antinazionale e adesso, al contrario, è divenuta espressione dell’anelito di tutti a riscoprire le proprie radici e la propria identità.

Inutile spiegare a chi è sordo per scelta che, di questo passo, non solo la Sinistra procede verso la sua estinzione, ma che questi atti di disobbedienza nei confronti di una legge dello stato e, soprattutto, avverso i suoi contenuti, costituiscono un gravissimo precedente della cui portata nessuno, ad oggi, riesce a intravederne le drammatiche conseguenze. Abbiamo sentito il sindaco di Lucca, ma non soltanto lui, uscirsene fuori dicendo che una legge quando è ingiusta si cambia. Ebbene, a parti invertite potrebbe accadere e, sicuramente, accadrà, che altri sindaci si rifiuteranno di applicare una legge quando al governo ci sarà – se ci sarà – la Sinistra in questo modo creando i presupposti, prima o poi, per una guerra civile che la Sinistra estremista e antagonista desidera non avendo altre frecce al proprio arco che quelle dell’antifascismo, dell’anticapitalismo, dell’antirazzismo. Tutto anti è il suo patrimonio.

Il decreto sulla sicurezza varato dal governo Di Maio – Salvini è il tentativo di fare qualcosa su alcuni temi di fondamentale importanza sui quali i recenti governi di centrosinistra hanno chiuso gli occhi facendo finta di non vedere o barattando la propria cecità con i soldi dell’Unione Europea e la chiusura entrambi gli occhi sui nostri conti pubblici.

E’ manifesto che, se veramente questo decreto fosse così oggettivamente negativo, anche altri sindaci non di Sinistra insorgerebbero, invece sono insorti solo e soltanto i primi cittadini dei comuni governati dalla Sinistra e da quella parte dei Cinquestelle che era di Sinistra e che, delusa, ha votato per i grillini.

La Sinistra, quindi, appoggiata dalle truppe gesuitiche di papa Francesco, ha scelto di scendere in piazza perché, da sempre, la piazza è stata luogo di opposizione e di contestazione nei confronti dello Stato e di tutto ciò che non andava a genio ai politicanti verniciati di rosso.

Rifugiandosi dietro il presunto ritorno di un fascismo inesistente e nascondendosi inventandosi una deriva autoritaria e il pericolo di un colpo di Stato – sempre le stesse boiate – la Sinistra, ma, in particolare alcuni esponenti tra cui il ‘gauleiter’ della Toscana Enrico Rossi e i sindaci di alcune città tra le quali, purtroppo, anche Lucca, cerca lo scontro senza domandarsi di chi sia la colpa di aver fatto arrivare, a milioni, immigrati senza arte né parte che, da sempre, se ne vanno in giro senza fare alcunché oppure hanno riempito le file della microcriminalità organizzata, nella fattispecie lo spaccio di droga o della vendita di merce taroccata.

Si sciacquano la bocca senza lavarsi il viso, questi perfetti esemplari di ex comunisti che pensano di poter imporre alla maggioranza del popolo italiano, i voleri di una minoranza che non ha alcuna legittimità. A Lucca, ad esempio, la giunta Tambellini governa con il 25 per cento o giù di lì di preferenze, ma se si andasse a votare oggi, sarebbe presa a pesci in faccia e rispedita a casa. Così è anche per la Regione, dove Rossi pensa di poter fare quello che vuole come è accaduto, purtroppo, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi.

Ci sono stati momenti in cui sentirsi o, peggio ancora, dirsi italiani faceva quasi vergogna di fronte al dilagare dell’Ideologia internazionalista e terzomondista. Oggi, invece, di fronte alle infinite dimostrazioni percepite dal popolo come aperte violazioni della sovranità popolare e come minacce alla propria identità oltre che come ingiustizie vere e proprie, gli italiani hanno riscoperto la voglia di potersi ancora qualificare come tali. Davanti alla globalizzazione che annienta ogni differenza, al mondialismo che cancella ogni traccia del passato, all’Ideologia che minaccia le nostre radici, al denaro e alle multinazionali che aumentano a dismisura la propria insicurezza economica, finalmente dirsi e sentirsi italiani anche fuori dai mondiali di calcio è diventato motivo di orgoglio.

Per decenni ci hanno etichettato, dicendoci che dirsi italiani equivaleva ad essere fascisti e, purtroppo, in milioni ci abbiamo creduto. Ma ora la farsa è finita, le menzogne inutili, gli appelli e gli allarmi senza senso e senza valore. Si può, si deve, si è italiani soprattutto se non si è di Sinistra: questo è ciò che percepisce l’italiano medio e attenzione, la Sinistra mira ai clandestini o migranti confidando nella possibilità di aver individuato il nuovo esempio di classe operaia su cui far leva per conquistare il potere.

A niente sono servite le lezioni della ex Urss e della ex Jugoslavia, per decenni portate ad esempio della felicità comunista anche a queste latitudini. Ormai è chiaro che da un lato ci sono gli italiani e dall’altro tutti coloro che non avvertono alcun desiderio né bisogno di esserlo. Italiani e no, parafrasando quello stupendo libro di Elio Vittorini – Uomini e no – uscito a ridosso della fine del conflitto mondiale dove il fascismo, questo sì, aveva portato il Paese alla rovina.

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