di Telequattro
Esasperazione e rassegnazione. E’ lo stato d’animo dei cittadini italiani della piccola frazione di Fernetti, a ridosso del confine italo- sloveno sull’altopiano carsico che sovrasta il golfo di Trieste. Qui i residenti sono 62, i richiedenti asilo 129. Due migranti al prezzo di un residente. Altro che 2,5 migranti ogni mille abitanti, come previsto dall’intesa tra l’Associazione dei Comuni italiani e il Viminale siglata a dicembre 2016. O meglio, l’inghippo c’è e si vede.
L’intera popolazione del Comune di Monrupino, di cui Fernetti fa parte, consta di 885 residenti. Ma Monrupino e Fernetti sono distanti alcuni chilometri: il primo è un tipico borgo carsico con tante ville, il secondo è una realtà fatta di poche case, del grande autoporto per i mezzi pesanti che giungono dall’Est Europa, di un hotel, di un bar e un paio di negozi a ridosso del confine. E qui vivono 62 persone. Circondate dal contingente di migranti ospitato qui, distribuito fra l’hotel e una ex caserma della Guardia di Finanza opportunamente ristrutturata. 129 soggetti liberi di uscire, di muoversi, di prendere l’autobus che collega questa zona al centro città . Ad appesantire la situazione contribuiscono notizie di eventi criminosi a carico dei richiedenti asilo che non sono circoscritti al centro di Trieste ma vengono segnalati con fin troppa frequenza anche nelle periferie e sull’altopiano.
