Preghiera all’intelligenza democratica: riflessioni di un maschio pericoloso che vuole redimersi

di Gianmarco Landi

Dopo l’effervescente dialettica tra Asia Argento e Luxuria di due giorni or sono, e dopo la parodia di Kiss me Licia di Checco Zalone, in Italia si è innescato un dibattito in cui si può costatare l’intelligenza democratica illuminarsi di immenso nel suo punto di vista volto alla graduale sottomissione della universalità maschile tradizionale.
Rivolgendomi a questa Intelligenza Dem, un’entità morale, spirituale e razionale superiore, vorrei riflettere in una sorta di monologo ad alta voce così come facevo da bambino quando affrontavo un qualche timore o incertezza interiore rivolgendomi a Dio.
Spero che il paragone con Dio non rechi offesa all’Intelligenza Dem che essendo moralmente superiore a tutto è ritenuta intangibile, quindi si potrebbe equivocare una qualche mia prolusione per mancanza di rispetto nei suoi confronti. Chiedo scusa a priori nella eventualità incorressi in un simile infortunio.

Ieri ho assistito ad un esercito di inquisitori LGBT che si è scagliato ferocemente contro Checco Zalone reo di aver usato la parola ‘frocio’ nel testo di una parodia di una sigla di un cartoon anni 80. Il linciaggio pubblico di Zalone per una parola censurata d’imperio è stato chiaramente un pretesto marginale dato che l’espressione artistica in questione, essendo emancipata dal politicamente corretto per definizione, comportava l’implicito affronto di svelare quanto la Società Italiana negli ultimi 30 anni fosse attraversata da un processo di ‘mascolinità perduta’, benché suddetta riflessione fosse celata attraverso l’ironia del comico. Penso che questo sia il vero motivo insito nella pretesa della ‘conferenza episcopale’ dei Gay e dei benpensanti di censurare la libera espressione dell’artista pugliese.

Tre giorni fa, invece, la femminista e pasionaria di sinistra Asia Argento, ben spalleggiata dalla conduttrice televisiva Bianca Berlinguer, si produceva contro Luxuria rea di essersi ribellata rispetto all’accettazione acritica di una sua percezione sensoriale riferita a molestie avvenute 20 anni prima, quando l’attrice era amante di un produttore cinematografico particolarmente allupato. Questa circostanza costituisce l’evoluzione di un must di nuova concezione Dem, dato che sebbene l’attrice per molti anni fosse stata amante del potente produttore cinematografico americano, il quale aveva contraccambiato i favori sessuali in una logica di do ut des, si profilerebbe l’insorgenza di una molestia con maturazione psicologica postdatata, cioè quando dopo molti anni l’attrice aveva potuto raggiungere la consapevolezza di un rapporto assimilabile a quello che una prostituta ha con un qualche suo affezionato cliente, in una dinamica sfruttatore e sfruttata a senso unico.

Ovviamente questi sono solo due casi emblematici su cui non riesco ad avere un’idea ben precisa, e perciò chiedo ad alta voce cosa stabilisce l’Intelligenza Dem in proposito?

Le domande da porsi non sono nel chiedersi se un pentimento postumo, che in effetti può essersi verificato nella coscienza dell’attrice, sia assimilabile a molestia e configuri un abuso maschilista, oppure se il non usare una parola in pubblico sopprima un concetto e quindi un pensiero altrui, rivelandosi quindi come una pretesa illiberale, ma chi è realmente vittima di cosa? Chi è l’essere sfruttato e chi lo sfruttatore in questo scorrere catartico di nuovi must politicamente corretti sempre più sofisticati?

Io penso che tutti dobbiamo inginocchiarci al cospetto di questi comandamenti Dem in cui la Libertà e gli impulsi naturali di dire e fare, sono sottoposti al discernimento dell’altrui superiorità morale Dem, in cui il senso critico cede il passo ad emozioni benpensanti e dove le parole che rappresentano concetti vengono soppresse per educazione sociale di salute pubblica ‘omosessualecratica’ o ‘femministocratica’.
Grazie Intelligenza Dem che sei nei cieli, dacci oggi come domani il tuo pane quotidiano, non ci indurre in tentazione e liberaci dal male.

Tutti dobbiamo venerare il portentoso cervello di Asia Argento martire oltre ai comitati direttivi delle Associazioni di ‘monaci petulanti’ Gay, perché in questo contesto provincial nazionale, emergono mancate consapevolezze di molestie o libere espressione artistiche ineducate che devono essere rispettivamente sollecitate o represse in una dimensione pubblica corretta da un virtuoso ‘pensiero’ di Sinistra. I concetti di vittima, di sfruttato o di abuso evolvono e sono alla base del cammino verso una società degli eguali e dei giusti, che diviene mutevole e multiforme come il cammino dell’uomo timorato dal politicamente corretto, esseri umani sballottolati sulle onde dell’egemonia culturale gramsciana. Poco deve importare che queste onde siano costituite da capricci pretenziosi, isterie collettive, sceneggiate psicodrammatiche, invidie radical chic malcelate o mera stupidità, perché l’Intelligenza Dem ha il carattere di un’ispirazione divina a cui cedere nel mistero di una fede!
Nel seguito scriverò tra il serio ed il faceto e scriverò per denunciare una grande ingiustizia di cui però nessuno parla, cercando di essere ossequioso rispetto alla moralità superiore della intelligenza Dem a cui mi rivolgo rispettosamente in preghiera, cercando di aderire agli schemi dialettici e alle parole che mi sono consentite e verso cui non oso ribellarmi.

Io non sono una femminista né una femme fatale, neppure un gay rivelato, un trans attivista o quant’altro di nuova esplorazione morale d’avanguardia multiculturale. Sono un italiano dappoco, un povero maschio attratto dalle donne in una maniera che un ignorante elettore di centrodestra, quale pure sono stato e se non incorresse opportuna redenzione potrei ritornare ad essere, definirebbe semplicemente normale.
Mi rivolgo perciò a testa china nei confronti di tutte le Organizzazioni e Autorità di Sinistra, per denunciare la mia normalità, nel risvolto di una pesante situazione di ingiustizia sociale in cui versa la mia categoria. Anche noi, noi maschi normali, aspiriamo di poterci ravvedere ed essere abbracciati in maniera compassionevole come solo la Sinistra radical chic può fare nella sua infinita bontà.

Sappiamo che Madre Natura ha imposto a tutti gli uomini una piccola sacca in mezzo alle gambe concentrando in meno di un decimetro cubo un enorme punto debole, non solo indifeso rispetto al minimo colpo fisico ricevibile, ma anche pregiudizievole ai colpi di testa a cui la situazione biologica ivi contenuta espone un maschio alla mercé di continui pericoli. In questa sacca, scientificamente definita scroto, quotidianamente vengono prodotti miliardi di spermatozoi che ogni giorno insorgono quasi come se bussassero alle sinapsi del cervello maschile, manifestando rivoltosi stimoli nel senso di creare le condizioni per schizzare via all’esterno, illusi e bramosi così come in effetti sono tutti gli spermatozoi, di poter raggiungere e compenetrare un loro simmetrico femminile, che invece viene prodotto dalle donne con una cadenza temporale e in un numero di dimensione infinitesimale rispetto alle aspirazioni degli spermatozoi maschili.

Chiedo perciò all’intelligenza Dem perché nessun orientamento sociologico e filosofico egalitario ha nella sua lunga storia indagato i risvolti di questa pesante situazione ingiustamente inflitta da Madre Natura a tutti i maschi, e in particolare ai maschi alfa, che generalmente sono dei leader pregiudicati da livelli di testosterone elevati?! Questa stortura con l’evolversi dei canoni della civiltà attuale ha creato disagio e mortificazione psicologica in tutti i maschi occidentali disorientandoli, condannandoli ad una perenne insoddisfazione e mortificazioni dell’Io freudiano profondo, un aspetto che in senso filosofico rosseauiano dovrebbe individuarsi come elemento all’origine di una diseguaglianza foriera di grande ingiustizia sociale tra maschi e femmine. Questa sperequazione biologica a tutto vantaggio delle donne, imprigiona gli uomini in perenne stato di ‘indigenza’ sessuale nonché, l’altra faccia della medaglia, di potenziale esercizio di molestia, e in Italia sappiamo grazie a Palmiro Togliatti che l’ingiustizia scaturisce da una sperequazione che genera un bisogno diffuso, e ovviamente, soprattutto da chi questo bisogno lo sfrutta esercitando prevaricazione.
L’aspetto è molto delicato ed esplode in Società con il fenomeno di parificazione in ambito lavorativo tra uomo e donna, una prospettiva che io non posso non apprezzare, ma che porta con sé l’escrescenza del grave problema di civiltà menzionato, in una dialettica sessuale tanto corretta quanto corrotta.
In ambito lavorativo non ci sono solo uomini che possono ricattare le donne, ma pure gli uomini che sono ricattabili e manipolabili dalle donne. Ciò avviene anche solo con un semplice battito di ciglia ben assestato e, in alcuni casi più gravi ma molto consueti, con una serie di attività di corruzione in atti sessuale che certune femmine potendo dispensare a loro interesse, esercitano con innata sapienza.

Karl Marx diceva che chi ha i mezzi di produzione economica decide i fini sociali e politici e quindi, mutatis mutandi, possiamo pure sostenere che chi ha le fattezze più ambite in senso sessuale decide tutti gli altri fini potendo agire in prima persona ma anche manipolare con finezza psicologica. Mio nonno diceva che c’è una cosa che tira più di un paio di buoi, e tutti capiscono e concordano su cosa essa sia e significhi, a differenza di quanto elucubrava Marx, che concettualmente poi era più o meno lo stesso concetto traslato. Perciò, Intelligenza Dem, potremmo dire che le donne sono un po’ come i padroni che soddisfano i bisogni altrui offrendo o meno un ‘lavoro’ agognato, e in questa ottica avrebbero quindi il potere di sfruttamento degli uomini?

Osservo che il primo articolo della Costituzione si incentra sul Lavoro, ma quando il Lavoro non è trainato solo dalla razionalità e dalla forza di un paio di buoi ma da un’altra entità maggiormente valente e trainante, benché emotiva e indiretta, diverrebbe questa entità il valore cardine di una Costituzione da bunga bunga Dem politicamente corretto ?
In parole più compassate, può una cultura femminista ed effeminata tout court imporsi così come sta avvenendo, senza incontrare alcun limite di morale e di rispetto della natura mascolina degli uomini normali? Mi spiego ancora meglio con un esempio: il concetto nella vulgata popolare italiana di ‘troia’, atto a descrivere il comportamento di una femmina che usa il potere del proprio sesso per conseguire fini materiali, egoistici o corrotti, e che in lingua italiana non ha un equivalente al maschile, può essere reintrodotto in una prospettiva socioculturale di alta intelligenza di sinistra, oppure il femminismo è oggi un valore di contenuto di per sé stesso assoluto, come la Resistenza, la lotta di classe o la non turbativa del Timoniere?

Asia Argento ha denunciato l’abuso che nella sua dimensione soggettiva asserisce di aver percepito, e qui non voglio sindacare su quanto la signora si doglia dopo due decenni dalla fine di una relazione non sentimentale, né mi permetto di definire il comportamento di chi fa carriera in ambito competitivo concedendo favori sessuali, ma mi permetto di denunciare quello che mi riguarda da almeno 35 anni e verso cui chiedo attenzione e riflessione, nel seguito di una vera e propria confessione che mi accingo a fare. Noi esseri umani siamo tutti eguali, quindi pure io posso denunciare le molestie sessuali che ho ricevuto e che ho appena maturato di aver subito, anche se non so dire quanto esse siano ascrivibili ad un mio peccato originale o a quello altrui.

Intelligenza Dem, vorrei mettere in luce che pure Io ho subito per decenni parecchie centinaia di migliaia, forse addirittura milioni, di molestie sessuali, tutti i giorni, a partire dalla mia pubertà. Mi spiego meglio con una serie di denunce/confessioni molto serie che credo riguardino un travaglio interiore comune a tutti i maschi adulti.
Denuncio qui, ad esempio, la molestia consistita nell’uso insidioso dei tacchi alti delle scarpe femminili, il cui tacchettio rimbombante nella mia testa si conficca come le gocce d’acqua sulla fronte dei torturati medievali, dato che suddetto tacchettio talvolta mi distrae, poi mi deconcentra e alle volte mi ha pure condotto sulla strada di una qualche pazzia. Denuncio l’abuso contro l’integrità del mio equilibrio ormonale a cui migliaia di donne hanno attentato ed attentano tuttora quando liberano nell’aria armi di seduzione di massa, cioè profumi e fragranze particolarmente suadenti, che destabilizzano i miei sensi distorcendo le mie percezioni cerebrali già precarizzate da visioni femminee eversive. Denuncio poi, ed è ancora più grave, il senso di mancanza di aria che spesso mi viene inferto alla vista dei balconcini prorompenti prospettatimi in un ascensore o negli spazi chiusi in genere, specie in primavera o d’estate, dove dal balconcino insorge pure il supplemento di due capezzoli puntati come due baionette intente a minare la tranquillità del mio campo visivo. Per non parlare delle tante aggressioni alla mia sfera emozionale, che mi causano veri e propri attacchi di panico, in ragione di svariate decine di sculettate a cui tutti i giorni mi tocca assistere costatando, inerme quale devo per forza rimanere, l’incedere armonico e impetuoso di due chiappe dolcemente baldanzose come l’incedere degli arti di un corpo di fanteria marciante e nella imminenza di invadermi. Senza contare le molestie a cui devo far fronte schivando i caleidoscopici attentati perpetrati attraverso caviglie affusolate, polpacci docilmente muscolosi o cosce vellutate ed eleganti, come le gambe a sostegno di un pianoforte su cui può suonare una musica sicuramente dolce, ma a cui quasi sempre in ambito lavorativo fa sempre seguito una qualche cavalcata delle Valchirie di Wagner, il brano classico preferito dai nazisti.

In conclusione chiedo di essere compreso, perdonato e illuminato da un qualche pensiero elevato, atteso che la soluzione di imbacuccare le donne come fanno gli islamici, non sembra praticabile, anche se secondo certi punti di vista multiculturali di Intelligenza Dem non sembra che in proposito la laicità della Sinistra abbia un’idea chiara e precisa in senso valoriale, anche qui in Italia con cittadini a cui si pretende di riconoscere la cittadinanza italiana con diritti precisi e doveri a piacimento.
Per questo mi chiedo se la soluzione per il futuro di una progredita società di giusti ed eguali, non passi per il riscoprire e riqualificare in senso positivo di certe parole tradizionali che rappresentano concetti oggi bannati, come ad esempio ‘troia’ o ‘frocio’, per tutelare un minimo minimo quella mascolinità italica che sembra essere perseguitata. Ovviamente posso sbagliarmi, perché magari bisognerebbe continuare su questa strada di redenzione radical chic, ed iniziare a contemplare di poter trasformare i maschi in eunuchi non solo psicologicamente, e perciò rimango in attesa delle parole da poter utilizzare in pensieri, espressioni e ragionamenti consentiti.

Chiedo infatti, Intelligenza Dem, se sia auspicabile, parallelamente ad un futuro scenario di esseri umani riprodotti in laboratorio e affidati a famiglie gay o di concezione gayfriendly come avviene a Los Angeles sempre più frequentemente, che maturi un processo di ‘redenzione’ occidentale dalle proprie radici biologiche attraverso la diffusione di nuove attività chirurgiche idonee a stralciare lo scroto a tutti i maschi, privandoli così di mascolinità e quindi educando i peccatori riottosi e retrogradi come il sottoscritto, nella cui mente imperversano pensieri potenzialmente pericolosi per sé stessi e per tutte le donne. E se queste consapevolezze che l’Intelligenza Dem dovesse darmi mi conducessero ad imparare a prenderlo pure nel culo provando piacere senza discriminazione di genere o vecchi retaggi maschilisti, mi impegnerò per esserne lieto, non fosse altro nel pensiero di assumere al contempo modalità comportamentali che soddisfino pienamente tutte le implicite istanze di normalità delle associazione LGBT italiane.
Liberaci dal Male Intelligenza Dem, purché il paradiso politicamente corretto e radical chic abbia un posto per questo povero maschio che sono e di cui me ne vergogno, per mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa !

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