Il Comune che aiuta gli italiani: “100% di case popolari agli aretini”

L’obiettivo finale è chiaro: “Il 100% delle case popolari agli italiani”. E se non sarà possibile, che ci si “avvicini il più possibile”.

L’assessore leghista alle Politiche della casa del Comune di Arezzo, Tiziana Nisini, fa il punto a oltre un anno dall’introduzione di quello che è stato rinominato il “cavillo anti-stranieri”.

Era il febbraio del 2016 quando l’assessore presentò i nuovi criteri di assegnazione delle 1.300 case del territorio comunale, due o tre modifiche alle regole con l’intenzione di “premiare gli aretini”. Mossa astuta. Sfruttando la normativa regionale sull’obbligo di residenza da almeno 5 anni in Toscana per chi vuole partecipare ai bandi per gli appartamenti popolari, il Comune ha deciso di assegnare un punto in più a chi vive ad Arezzo da almeno 10 anni e un altro mezzo punto per chi è in graduatoria da molto tempo. Poi il cavillo anti-stranieri: chi fa domanda deve dimostrare di non possedere alcuna proprietà o diritto di godimento immobiliare, anche se all’estero. E non basta un’autocertificazione, come accadeva in passato, ma bisogna produrre un certificato autentico.

Risultato? Gli stranieri continuano a fare domanda, ma molti non hanno potuto più nascondere di avere ville in Marocco o a Casablanca. E così le proporzioni si sono trasformate, favorendo gli aretini agli immigrati.

All’inizio l’ordinanza della giunta di centrodestra aveva fatto storcere il naso a opposizioni e sinistre varie. Ma non sono arrivati né ricorsi né richiami da parte di Stato o Regione. Tutto regolare.

Fatto sta che il 75% degli alloggi ora è in mani italiane. Per arrivarci il Comune ha combattuto anche la battaglia contro le occupazioni abusive. “Ci siamo trovati di fronte a situazioni incredibili – spiega a ilGiornale.it l’assessore Nisini – c’era chi teneva la casa popolare per le vacanze mentre viveva stabilmente all’estero e chi invece la subaffittava”. Il motto “fuori i furbi, dentro gli onesti” si è trasformato allora in una serie di controlli a tappeto che hanno portato nel solo 2017 alla “liberazione” di 23 alloggi: 8 occupati, 13 morosi e 2 dati a persone con altre proprietà immobiliare. Gli appartamenti sono stati riconsegnati finalmente ai legittimi assegnatari. Uno di loro aspettava da 15 anni.

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