“Prima del collasso territoriale di Islamic State era difficile che utilizzassero i flussi migratori per infiltrare delle cellule per un attentato terroristico. Non vai a rischiare che un tuo asset prezioso, una cellula di combattenti addestrati, finisca su un barcone che affonda in mezzo al Mediterraneo. Ma adesso è diverso, c’è un cambiamento importante. Adesso stanno scappando, sono in rotta e c’è la fuga individuale. Una diaspora che può certamente utilizzare anche le rotte aperte del traffico di esseri umaniâ€. Lo dice il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un’intervista a La Stampa, nel giorno in cui si apre il G7 della Sicurezza a Ischia.
“Islamic State – spiega – ha subito un drammatico rovescio militare, ma non è sconfitto, non ancora. Con la liberazione di Raqqa non viene meno la sua capacità di attività terroristica e la sua irriducibile sfida alle democrazie e al mondo interoâ€.
“Uno degli elementi fondamentali di Islamic State era la capacità di contare sulla più grande legione straniera che sia mai stata messa in piedi in era moderna. Parliamo di 25-30 mila combattenti provenienti da 100 paesi del mondo. Una parte di questi è sicuramente morta, non abbiamo più a che fare con quei numeri. Ma una parte tenterà di tornare a casa. È questo uno dei temi che discutiamo al G7â€, conclude Minniti. ASKANEWS
