Dittatura UE: negata la libertà di espressione agli eurodeputati

 

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BRUXELLES – Una stretta contro chi approfitta della visibilità dell’Aula per diffondere messaggi a sfondo razzista e diffamatorio, ma anche più trasparenza anti-lobby e una semplificazione di alcune norme procedurali. E’ la revisione delle regole di funzionamento dell’Europarlamento adottata a Strasburgo a stragrande maggioranza, con 548 voti a favore, 145 contrari e 13 astensioni. A partire dal prossimo 16 gennaio, quando questa entrerà in vigore, quando un europarlamentare non rispetterà il codice di condotta le sanzioni prevedono la confisca delle allocazioni giornaliere da 2 a 30 giorni e una sospensione della partecipazione ai lavori parlamentari da 2 a 30 giorni, oltre al divieto sino a un anno di rappresentare l’istituzione nelle delegazioni o missioni.

Sarà inoltre possibile su decisione del presidente dell’Europarlamento ritirare il posto occupato dal deputato e rimuovere le frasi discriminatorie dalle registrazioni audiovideo. Per aumentare il controllo ed evitare i conflitti d’interesse, le dichiarazioni degli europarlamentari saranno più dettagliate, aggiornate regolarmente e verificate, oltre all’obbligo di segnalazione nel caso in cui un ex diventi lobbista. Divieto assoluto poi per un eurodeputato in carica di avere un lavoro remunerato da lobbista. Per migliorare la trasparenza e il funzionamento dell’Aula, viene messo un limite al numero di interrogazioni scritte e mozioni presentabili, mentre gli accordi in prima lettura stretti da una commissione parlamentare dovranno ottenere anche l’ok della plenaria.

“Il voto di oggi mette fine a quasi due anni di duro lavoro per migliorare il funzionamento del Parlamento europeo”, ha dichiarato il relatore, il britannico progressista Richard Corbett, ora “la nostra istituzione sarà più democratica, più trasparente e molto più efficiente” in quanto “razionalizzerà il lavoro” e “andrà a beneficio dei cittadini europei”.

Nel frattempo fanno queste pagliacciate “per la libertà di pensiero”, che negano sistematicamente

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