Italia al primo posto in UE per incremento della pressione fiscale

 

Italia al primo posto tra le grandi economie europee per incremento della pressione fiscale totale rispetto al pil nel nuovo secolo: secondo il rapporto della Commissione europea ‘Riforme fiscali negli stati membri 2015’ gli oneri fiscali totali sono passati da quota 39,85% del pil nel 2000 a 43,21% nel 2015, quindi di poco più di 3 punti percentuali. Il picco è stato toccato nel 2012 quando con la cura lacrime e sangue del governo Monti il Paese scongiurò l’arrivo della troika e la pressione fiscale è salita al 43,42%.

Nel dettaglio del prelievo le tasse dirette in Italia sono salite dal 13,79% del pil del 2000 al 14,93% del 2015; in Francia sono passate da 11,62% al 12,53%; in Germania sono scese dal 12,43% a 11,99% in 15 anni. Anche in Gran Bretagna la tassazione ha segnato un declino passando dal 15,68% del duemila al 13,76% dello scorso anno.

Quanto alle tasse indirette, Iva in testa, l’Italia è al primo posto della zona euro è nella top ten Ue, con il settimo posto, dopo Spagna, Francia, Danimarca, Ungheria, Croazia e Slovenia (al primo posto con il 22% lo scorso anno) con una tassazione in salita al 15,12% dal 14,39% del 2000. La media della zona euro nel 2015 si è attestata al 13,12%, nell’Unione al 13,49.

Sul fronte dei contributi sociali, in Italia sono saliti dal 11,44 al 12,93%; in Francia sono saliti dal 15,61% del pil al 16,90%; in Germania sono invece scese dal 16,87 del 2000 al 15,38% dle 2015; in Spagna pressoché stabili dall’11,77% all’11,57%. Nella zona euro la media dei contributi sociali sul pil si è attestata al 14,23% nel 2015, nell’Ue al 12,31%. ADNKRONOS

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