Bologna: nei circoli Arci si “spaccia” il gioco d’azzardo e Merola tace

L’ARCI ‘SPACCIA’ IL GIOCO D’AZZARDO E MEROLA TACE

LORENZO TOMASSINI (UNITI SI VINCE)

 

I circoli Arci fanno cassa con le slot machines sotto gli occhi del sindaco Merola: la denuncia arriva dai consiglieri comunali di Uniti si Vince Tomassini, Facci e Carella.

Pubblicato da Ètv su Lunedì 22 febbraio 2016

 

Tra mille ostruzionismi, ma, lasciatemelo dire, con un pizzico di intelligenza sono riuscito a mettere le mani sui rendiconti di due ARCI del territorio bolognese ed ho scoperto che una di queste incassa circa 4.500 euro al mese dalle slot machines (oltre 51.000 euro lo scorso anno!). Denaro tolto dalle tasche di persone spesse volte malate, incapaci di resistere alla pulsione del gioco. Uomini e donne che si rovinano, trascinando spesse volte nel baratro intere famiglie. L’Ordine degli psicologi ha tracciato provvisoriamente il perimetro di una piaga sociale i cui contorni, purtroppo, sono destinati ad allargarsi. Diecimila persone (avete letto bene, sono proprio 10.000!) in Emilia Romagna hanno contratto la ludopatia, trascindando nel loro dramma almeno 20.000 familiari. I Sert presso le ASL trattano i ludopatici come i tossicodipendenti proprio perchè il meccanismo psicilogico è simile.

SI TRATTA DI VERE E PROPRIE DIPENDENZE, con una sperequazione normativa, rispetto alle droghe, assolutamente evidente:
i PUSHER, ovvero gli spacciatori di sostanze stupefacenti, vanno in galera, mentre per il gioco d’azzardo tutto è concesso. Ci si accontenta di qualche filastrocca dal ritmo accelerato (generalemente pronunciata -in un paio di secondi- da una vocna flebile, flebile …), ma poi spot a rotta di collo, per di più ingannevoli. C’è addirittura chi parifica le scommesse all’attività sportiva che, per definizione, dovrebbe essere carica di virtù.

In tutto questo contesto, c’è anche il Comune di Bologna ed i politicanti (ripeto, politicanti) della Giunta, Merola in testa, che, oltre a tante belle parole di circostanza, altro non riescono a fare. E così, nella civilissima Bologna accade che le ARCI continuino a prosperare indisturbate grazie ai soldi dei malati e dei depressi che cercano rifugio ai loro problemi in una macchinetta diabolica e mangiasoldi. E sapete cosa dicono? Ci dispiace, abbiamo fatto dei contratti e dobbiamo rispettarli. A me, francamente, dei loro accordi frega meno di zero. Non ho pietà per chi specula sulla salute degli altri, fingendo di fare l’interesse dei deboli e degli ultimi.

Sono lupi travestiti da agnelli. Ma avete letto i loro statuti e le loro dichiarazioni sui principi e sull’etica? Parole, tante parole in perfetto stile sinistro. Menzogne travestite da verità. Coniugate i loro Statuti con le loro azioni, accostateli con i contributi filmati che vi abbiamo offerto, con i rendiconti che abbiamo reperito e … con quelli che non ci vogliono dare! Ascoltate le giustificazioni di Brugnara e … toccate con mano! Le donne? I deboli? Gli anziani? I pensionati ? No, vengono molto prima i contratti con le case che affittano slot machines, viene molto prima la loro necessità di assicurarsi “entrate” senza le quali chiuderebbero.

E il Comune di Bologna lo sa, ma fa finta di non vedere.
Questa è la sinistra.
Ora, se non siamo diventati tutti coglioni, se non ci siamo tutti bruciati l’ultimo neurone davanti ai frutti che scorrono veloci o ai quadri, ai cuori, ai fiori ed alle picche da mettere in scala, abbiamo il dovere di ribellarci ad uno Stato ipocrita e ad una classe dirigente che ci prende in giro!

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