Mandato al martirio da Isis: 11enne bacia la mano al padre e si fa esplodere

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Abu Imara al Omri è nato undici anni fa in Siria. Il Califfo lo ha mandato ‘al martirio’. Lo ha ‘impiegato’ nella conquista del villaggio di Ghazl, vicino ad Aleppo, e anche come strumento di propaganda. Alla guida di un grosso suv blindato e imbottito di esplosivo, Abu Imara s’è scagliato contro i soldati siriani e si è fatto saltare in aria.

Dopo aver registrato un video di addio. Un video che risale al mese scorso, in cui lo si vede sorridente ispezionare il suo suv della morte, assieme a suo padre, che gli insegna come guidarlo e come innescare il detonatore al momento opportuno. E si vedono anche decine di cilindri di esplosivo. Poi Abu Imara spiega ‘il suo desiderio’ di morire per la causa, per il futuro dell’Islam. E infine, lo si vede in un atto di sottomissione, mentre bacia la mano di suo padre, e da lui ottiene la benedizione.

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Le ultime immagini mostrano il suv che parte verso il suo obiettivo, con Abu Imara alla guida, e poco dopo il bagliore dell’esplosione, in lontananza, mentre di lato sventola una bandiera nera del Daesh, l’Isis. Abu Imara al Omri non è il primo e purtroppo non sarà neanche l’ultimo bambino sacrificato in guerra dall’Isis. Ma cio’ che sembra inquietare più che mai i ricercatori, è che apparentemente l’Isis non fa riscorso ai bambini e alle bambine perchè è a corto di combattenti o perche’ le loro caratteristiche gli sono in alcuni casi particolarmente utili.

Secondo uno nuovo studio del Ctc Sentinel di cui riferisce oggi la Cnn, i bambini vengono trattati esattamente come se fossero combattenti adulti, senza alcuna sorta di ‘privilegio’ particolare. Lo studio prende in esame i casi di 89 bambini reclutati negli ultimi 13 mesi. Di questi, il 39 per cento sono morti innescando l’esplosivo delle autobomba che gli erano state affidate. Il 33 per cento sono stati invece uccisi mentre erano impegnati come soldati in combattimenti.

Il quattro per cento sono morti in azioni suicide contro i civili, e il 6 per cento mentre erano impiegati nella propaganda al seguito di brigate di combattenti. Ciò che emerge “è il fatto che l’utilizzo di bambini è di gran lunga normalizzato”, afferma uno dei coautori del rapporto, Charlie Winter, parlando con la la Cnn. “Non vengono utilizzati solo per shockare la gente nei video delle esecuzioni. Vengono utilizzati anche per il loro valore operativo. E purtroppo dobbiamo attenderci un aumento di questo, man mano che nei prossimi anni per l’Isis la situazione diventerà più precaria”

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