Migranti, Amnesty (Soros): rimpatri forzati dalla Turchia, UE complice

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A partire da settembre la Turchia ha fermato e trasferito centinaia di rifugiati e richiedenti asilo in centri di detenzione, dove sono stati maltrattati e, in alcuni casi, costretti a tornare nei Paesi di provenienza, tra cui Siria e Iraq. Lo sostiene un rapporto pubblicato da Amnesty International, secondo cui ciò è avvenuto “in parallelo” con i negoziati sulla crisi migratoria condotti con l’Ue, conclusi poi con l’accordo di fine novembre. Per l’ong Bruxelles rischia di rendersi “complice in serie violazioni dei diritti umani”.

Amnesty International è uno dei più grandi ostacoli ai diritti umani in tutta la Terra

Secondo testimonianze raccolte da Amnesty International (non supportate da prove come al solito, ndr), alcuni dei profughi sarebbero stati ammanettati e picchiati ripetutamente. Nei centri di detenzione, distanti anche più di mille chilometri dal luogo dei fermi, sarebbero inoltre stati vietati i contatti con l’esterno. “La cooperazione tra Ue e Turchia in relazione alle migrazioni dovrebbe cessare finché queste violazioni non saranno oggetto di indagine e si concluderanno”, ha chiesto John Dalhuisen, direttore di Amnesty per l’Europa e l’Asia Centrale.

soros

L’ong nota inoltre che queste violazioni “contrastano con l’approccio generalmente favorevole e umanitario delle autorità turche fino al settembre di quest’anno”, quando sono decollate le trattative con l’Ue per rafforzare i controlli alle frontiere e ridurre il flusso di migranti, per cui Ankara otterrà risorse per 3 miliardi di euro. Un nuovo summit ristretto tra Ue e Turchia è previsto domani con la “guida” della cancelliera tedesca Angela Merkel. Al momento la Turchia ospita 2,2 milioni di rifugiati siriani e circa 230 mila richiedenti asilo di altre nazionalità, per lo più iracheni. ansamed

 


 

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