Una disfatta diplomatica targata Mogherini caduta sulla testa di tutta la Ue

Una disfatta diplomatica targata Federica Mogherini ma caduta sulla testa di tutta la Ue. Ambienti della diplomazia israeliana ieri hanno precisato i contorni di questa decisione unilaterale del governo di Benjamin Nethanyahu di escludere la Ue dalle relazioni di cooperazione per trovare una soluzione di pace con i palestinesi.

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La storia della «odiosa» etichettatura ad hoc dei beni di consumo, principalmente datteri e altre squisitezze locali, che vengono prodotti in Giudea e Samaria, territori contesi con l’Anp, e di quelli che provengono dalle alture del Golan (contese con quel che resta della Siria), soprattutto vino e olio d’oliva, si può considerare «al massimo la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Il problema invece per il governo di Gerusalemme ha nome e cognome: Federica Mogherini. Che peraltro prima di entrare in area renziana e governativa era nota tra i tanti attivisti di estrema sinistra europei del movimento per il disinvestimento e per il boicottaggio accademico, il famigerato Bds movement.

La Mogherini stessa fu studentessa di islamistica all’università prima di entrare nel giro della cooperazione. E per Israele la scelta di Renzi di mandarla, anzi di imporla, come miss Pesc in Europa è stata vissuta come una tragedia sin dall’inizio. La ex ministra degli esteri non ha buoni rapporti neanche con paesi dell’area come Qatar e Arabia Saudita, per non parlare dell’Egitto di Al Sisi, essendo stata lei fino a poco tempo fa un’estimatrice del presunto moderatismo dei Fratelli mussulmani e dell’ex presidente Morsi.

Israele, proprio insieme a Egitto, Qatar, i sauditi e l’Anp, ha da tempo iniziato le proprie trattative segrete per mettere il mondo di fronte al fatto compiuto di un accordo provvisorio con i palestinesi che in ogni caso escluderebbe Hamas. Un accordo fatto tenendo ai margini lo stesso Obama. E a maggior ragione la Ue, giudicata un organismo inutile che in politica estera non rappresenta nessuno degli stati più importanti, Francia, Germania e Gran Bretagna, con cui invece Nethanyahu i rapporti continua a mantenerli.

Dimitri Buffa

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