Valeria Solesin, il dubbio degli inquirenti: “Uccisa dal fuoco amico?”

 

E’ il Gazzettino a raccontare oggi che un dubbio si fa strada tra gli inquirenti italiani. Ad uccidere la ricercatrice Valeria Solesin nel corso dell’attacco terroristico al Bataclan dello scorso 13 novembre, durante il concerto degli Eagles of Death Metal, sono stati i proiettili sparati dai terroristi o quelli provenienti dal “fuoco amico” dei reparti speciali della polizia, intervenuta per salvare gli ostaggi?

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Nessun esperto della polizia italiana è stato ammesso all’autopsia, perché l’autorità giudiziaria francese non lo permette quasi mai e non è stata ripetuta l’autopsia dopo il ritorno della salma in Italia. Il Gazzettino però aggiunge: L’autorità giudiziaria veneziana si limiterà a disporre una ricognizione esterna del corpo senza vita della ragazza.

La salma di Valerina è tornata in Italia sabato, otto giorni dopo la strage terroristica che a Parigi il 13 novembre ha portato alla morte di 129 persone. Tra loro c’era anche la giovane ricercatrice veneziana, crollata sotti i colpi delle armi da fuoco al Bataclan.

Ad accompagnare la salma ci sono i genitori di Valeria, il fidanzato e la sorella di quest’ultimo.

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Il funerale civile, come ha detto il padre di valeria, che considera la benedizione di un imam un valore non divisivo, si svolgerà martedì in Piazza San Marco. Venezia: funerale laico per Valeria. Il padre: bene anche la benedizione dell’imam

Il dubbio degli inquirenti si scontra però con la versione del fidanzato, che ha raccontato di come la ragazza (dispersa per 3 giorni dopo l’attentato) sia morta sotto i colpi dei terroristi e sia spirata tra le sue braccia, mentre lui ha finto per due ore di essere morto, per salvarsi la vita.

Ancora un’altra versione quella del CorrieredelVeneto che scrive

Nel weekend lei e il fidanzato Andrea Ravagnani, trentino che da anni ha un negozio a Parigi, erano stati raggiunti dalla sorella di Andrea, Chiara Ravagnani e dal fidanzato di lei Stefano Peretti, veronese, entrambi appassionati di rock. Erano tutti e quattro dentro il locale «Bataclan» quando è cominciata la mattanza. Sono rimasti a lungo tra gli ostaggi, nascondendosi. In silenzio, per passare inosservati a quegli uomini che uccidevano chiunque capitasse loro a tiro.

Quando è iniziata la sparatoria, però, i tre hanno perso di vista Valeria che aveva perso la borsa con i documenti. E non hanno più avuto sue notizie. Molte ore dopo sono stati liberati dalla polizia francese.

Da venerdì notte colleghe e amiche lanciavano appelli su Twitter: «Cerco informazioni su Valeria Solesin, che era al Bataclan», scrivevano. A dare una possibile lettura dell’accaduto di anche il funzionario del Consolato generale d’Italia a Parigi, Sergio Fiocco, che aveva dichiarato a Radio 24:«Una ragazza italiana si trovava nella sala di concerti Bataclan con alcuni amici. Quando c’è stato l’attentato sono scappati tutti, la sua amica l’ha vista ferita, ha preso la borsa con il cellulare ed è scappata. Da quel momento di lei non sia hanno più notizie. È senza documenti perché la borsa l’aveva l’amica e si spera che sia stata solo ferita, non che sia fra le vittime. Ancora non c’è una lista di morti e feriti».

 

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