La regione Toscana finanzia progetti sanitari in Tunisia a Kasserine

Il progetto è finanziato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Svilupo Unpd (Migration for Development), co-finanziato dalla Regione Toscana, coordinato tecnicamente per la parte sanitaria dal Centro Salute Globale della Regione Toscana e sviluppato in partenariato con il governatorato di Kasserine (Tunisia: a Kasserine un centro di reclutamento per il jihad), la Ong Cospe e le Onlus Pontes, Nosotras, Euro-African Partnership.

 

Migliorare lo sviluppo sociale e sanitario della regione di Kasserine (culla del Jihad), valorizzando nel contempo il contributo dei migranti e della comunità tunisina in Toscana.

Questo l’obiettivo del progetto ”Salute per tutti – per una governance condivisa dei sistemi sociali e sanitari tra Tunisia e Italia” che concentra le sue attività nel governatorato di Kasserine, nella parte centro-occidentale della Tunisia, lungo il confine con l’Algeria, (432.300 abitanti di cui il 61% disperso nelle zone rurali). Il progetto punta al rafforzamento del sistema socio-sanitario locale, aumentando le possibilità di accesso a cure adeguate per i cittadini di Kasserine, alla formazione qualificata del personale sanitario locale attraverso corsi in aula e l’affiancamento di professionisti italiani e alla partecipazione della comunità tunisina in Italia nella creazione di una rete di sicurezza sociale e sanitaria a Kasserine. Le attività concrete consistono in azioni a sostegno dell’Ospedale Regionale di Kasserine, nel supporto ai centri di salute territoriale nelle zone rurali di Djedliene ed Haidra, in iniziative di sostegno alle associazioni locali che si occupano di educazione sanitaria e promozione della salute della donna e in corsi di formazione in Toscana dedicati ad un gruppo di migranti tunisini per la successiva diffusione delle informazioni alle donne ed ai cittadini del governatorato di Kasserine.

”La metodologia adottata dal progetto si basa sulla creazione di reti e coordinamento per stabilire un inter-scambio efficiente e produttivo tra formatori e formati al fine di raccogliere e diffondere le buone pratiche sul tema della salute, connesse anche al fenomeno della migrazione”, spiega ad ANSAmed Nicole Mascia del Centro Salute Globale della Regione Toscana. Il progetto è finanziato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Svilupo Unpd (Migration for Development), co-finanziato dalla Regione Toscana, coordinato tecnicamente per la parte sanitaria dal Centro Salute Globale della Regione Toscana e sviluppato in partenariato con il governatorato di Kasserine, la Ong Cospe e le Onlus Pontes, Nosotras, Euro-African Partnership. (ANSAmed)

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E’ Kasserine, secondo le autorità di Tunisi, il centro per eccellenza per il reclutamento di giovani da mandare a ingrossare le fila dello Stato Islamico (Is). Un tempo culla della Rivoluzione dei gelsomini, quella che dalla Tunisia ha diffuso nella regione l’ondata delle Primavere araba, Kasserine è ora tristemente nota come centro per la radicalizzazione di giovani uomini prima di andare in Siria e in Libia. Sono almeno tremila, secondo il ministero degli Interni di Tunisi, i tunisini che hanno scelto di unirsi all’Is, il numero più alto di ‘stranieri’ che hanno aderito al progetto dell’autoproclamato Califfato.

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A una trentina di chilometri al confine con l’Algeria, la posizione geografica di Kasserine la rende un luogo ideale come punto di incontro per i jihadisti di entrambi i Paesi. Inoltre, trovandosi ai piedi delle montagne Chaambi, offre il terreno ideale per i campi di addestramento per i terroristi.

Città con un alto tasso di povertà, Kasserine ha anche una strada, nel quartiere di al Zuhour, che i residenti indicano come ‘Via del Jihad’. E questo perché, spiega la Cnn, qui vive un gran numero di famiglie i cui figli risultano dispersi, uccisi o in cella, per essersi uniti alla ‘Guerra santa’.

In un reportage condotto dalla Cnn si vedono molti giovani che girano in città in pieno giorno, senza nulla da fare, tantomeno un lavoro. Alle telecamere mostrano le cicatrici che si sono procurati combattendo contro le forze della sicurezza del deposto regime di Zine el Abidine Ben Ali, al potere per 23 anni in Tunisia prima di essere deposto nel febbraio del 2011. Hanno combattuto per una rivoluzione che avrebbe dovuto portare con sé condizioni di vita migliori, sradicare la povertà e offrire nuove opportunità di impiego. Ma, per ora, quello che ha prodotto a Kasserine è trasformarla in un terreno fertile per il reclutamento.

Se nella maggior parte dei casi in Occidente il reclutamento di jihadisti avviene online, a Kasserine l’indottrinamento avviene nei quartieri vicini alle moschee. Ottanta quelle ”illegali” che le autorità hanno deciso di chiudere in tutta la Tunisia all’indomani della strage di turisti a Susa, una settimana fa. adnkronos

 

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