Il massacro di piazzale Loreto “è un simbolo della storia antifascista di Milano”.
Un simbolo su cui si fonda tanta parte di quella crescita civile degli ultimi decenni che ha reso Milano un modello di civismo e di partecipazione democratica.
La nostra città oggi non sarebbe la stessa senza il sacrificio dei quindici partigiani.
Non sarebbe la stessa senza la Resistenza, che ha rappresentato uno dei momenti più alti e qualificanti della nostra storia”.
A dirlo è stato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ricordando stamani in piazzale Loreto l’eccidio del 10 agosto 1944.
I cadaveri vennero lasciati esposti fino alla sera, sotto il sole, a scopo intimidatorio (da quel piazzale passavano i tram che portavano alle fabbriche di Sesto San Giovanni). Fu per via di quell’eccidio, ancora ben vivo nella memoria dei milanesi, che i cadaveri di Benito Mussolini, di Claretta Petacci e di altri gerarchi vennero esposti in piazzale Loreto il 29 aprile del 1945. “Essere qui oggi – continua Pisapia – e onorare la memoria di questi martiri vuol dire riaffermare i valori di allora e il nostro impegno quotidiano, come cittadini e come amministratori”.
“La Milano democratica e antifascista che conosciamo oggi – ha continuato Pisapia – è nata anche qui, in piazzale Loreto, grazie a questi cittadini che con il loro esempio hanno restituito dignità a un Paese infangato da una dittatura sanguinaria. In questo luogo dove la dittatura ha portato la morte, l’Italia democratica ha piantato i semi della propria rinascita”.
“La solidarietà dei milanesi in questi mesi e anni difficili – ha concluso Pisapia – è stata la dimostrazione di quanto è forte e radicata l’eredità con cui la Resistenza ha arricchito la nostra città. Sono fiero e orgoglioso di ciò che generazioni di milanesi hanno saputo costruire negli anni e so di poter guardare con fiducia a ciò che la nostra città, i suoi giovani, le sue donne, i suoi uomini sapranno costruire in futuro”.