Svezia: Rom pagati per svolgere il ruolo di “opere d’arte” in un museo

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Due mendicanti rom che elemosinavano per le strade di una città svedese sono state “arruolati” come opere d’arte in un museo. Una scelta che ha suscitato un vivace dibattito sui limiti della provocazione artistica e della tutela della dignità umana.
Luca Lacatus, muratore di 28 anni, e la sua compagna Marcella Cheresi, 26 anni, sono stati avvicinati mentre mendicavano sui marciapiedi di Malmo, terza città della Svezia. Non ci hanno pensato molto ad accettare la proposta che è stata loro fatta: invece delle 30-60 corone intascate sotto la pioggia e al gelo, hanno quadruplicato l’incasso giornaliero (15 euro) “posando” per due ore all’interno di una sala riscaldata del museo municipale di arte contemporanea.

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“E’ molto meglio che stare per strada. Fuori fa freddo e la gente molto spesso non è gentile come qui dentro”, ha spiegato Luca Lacatus alla France Presse. La coppia aspetta un figlio. Entrambi hanno altri figli di primo letto, quattro lui, due lei, che vivono con i parenti. In Svezia è lecito chiedere l’elemosina e per le strade di Malmo sono circa 150 i rom che sopravvivono in questo modo.

Per vedere “l’opera” nel museo di Malmo bisogna attraversare un corridoio buio dove uno schermo avverte: “Oggi non siete obbligati a dare denaro”. I due ragazzi sono seduti in silenzio in due angoli opposti della sala semivuota tappezzata con ritagli di giornali sui problemi sociali con un sottofondo di musica. Sono pochi i visitatori che restano nella stanza oltre una manciata di secondi, a disagio di fronte alla provocazione.
Per Anders Carlsson, direttore artistico dell’Institutet, il gruppo che ha proposto la mostra, lo scopo è quello di suscitare domande sull’attitudine nei confronti dei mendicanti e della miseria: “In quanto artista posso offrire uno spazio dove la gente può chiedersi perché tollera tanta ingiustizia sociale e quindi porsi delle domande”, spiega Carlsson. tiscali

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