Immigrazione e passaporti falsi, smantellata rete di trafficanti eritrei

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La Polizia di Stato ha eseguito in varie regioni d’Italia un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Monza a carico di 25 persone, in prevalenza di origine eritrea.

Si tratta di una rete che aveva trasformato un’emergenza umanitaria in business utilizzando l’Italia come punto di passaggio per i profughi diretti verso il nord Europa, favorendone l’afflusso alla destinazione finale dai luoghi di sbarco sulle coste nazionali. Il centro di smistamento era Milano.

Gli aderenti alla rete criminale che trasportavano clandestini eritrei dall’Italia al Nord Europa mostravano ‘scarso rispetto per la vita umana’, e non si facevano problemi ad abbandonare gli immigrati clandestini lungo il tragitto appena intuivano che la polizia era sulle loro tracce.

E’ quanto ha spiegato in conferenza stampa il capo della squadra mobile di Milano Alessandro Giuliano. L’indagine e’ iniziata nel 2013 quando a Monza le forze dell’ordine intercettarono un camion di 20 migranti diretto in Germania: le prime informazioni raccolte restituirono il quadro di una rete che forniva passaggi fino a Germania, Norvegia, Svezia, Francia e Olanda, in cambio di somme tra i 200 e i 1300 euro. I migranti venivano rinchiusi in un appartamento nel centro di Monza, in via Zucchi, o in alcune ‘case sicure’ a Milano.

Alcuni di loro potevano pagare fino a 1300 euro, una formula che garantiva biglietto aereo e passaporto falso, fabbricato da un contatto ad Atene. I piu’ poveri si adeguavano al trasporto via terra per 200-500 euro. Con questo metodo i 25 aderenti al network hanno condotto in Europa del nord almeno 200 migranti nel periodo 2013-2014. “E’ un’operazione che non interrompe l’enorme business dei commercianti di esseri umani – ha detto Giuliano – ma di sicuro colpisce una rete che ha incentivato molte persone a partire in condizioni estreme”. Ora la polizia prosegue a indagare sulle ramificazioni, tra conversazioni telefoniche con la Libia e altri stati stranieri. Gli indagati sono 25, di cui 14 – inclusi il contatto ad Atene e Francoforte – gia’ individuati. agi

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