Perché l’EUR/USD scenderà sotto l’1,10 e andrà verso la parità con il dollaro

Un grafico per capire perché l’EUR/USD scenderà sotto l’1,10

a cura di Stefano Fugazzi (ABC Economics)

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Perché l’EUR/USD per forza di cose scenderà sotto l’1,10 e si avvicinerà verso la parità con il dollaro? Non occorre essere Gordon Gekko per capirlo.

Ogni volta che la Bce ha accresciuto la propria balance sheet tramite operazioni monetarie accomodanti e atipiche, come l’SPM di Trichet (212 miliardi di euro acquistati tra il maggio 2010 e il giugno 2012), l’acquisto sui mercati secondari di bond italiani e spagnoli nel biennio 2010-11, le operazioni LTRO del 2011-12 e il TLTRO del 2014, l’euro si è deprezzato contro il dollaro USA come diretta conseguenza dell’espansione della massa monetaria “euro”.

Che poi questa liquidità non si sia trasferita all’economia reale è chiaramente un’altra questione, ma dovesse la Bce davvero annunciare un QE da 600 miliardi (500 per l’acquisto di bond sovrani e 100 di corporate – vedasi le stime di Morgan Stanley pubblicate la scorsa settimana), ed essendo ABC Economics dell’avviso che la politica monetaria dell’EuroTower resterà comunque accomodante anche nel medio-lungo termine, non è affatto impensabile, anzi è piuttosto logico, attendersi la discesa dell’EUR/USD verso la parità e quindi nel range 1,00-1,10 (vedasi le recenti stime di Morgan Stanley e Credit Suisse).

Per arrivarci è sufficiente continuare a tracciare il grafico (elaborato da Morgan Stanley Research) riportato di seguito, replicando la trend line delle due operazioni LTRO del 2011-12: al crescere delle dimensioni della balance sheet della Bce è corrisposto una quasi analoga svalutazione della moneta unica contro il dollaro.

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Qui di seguito, invece, riportiamo a titolo esplicativo un grafico (che troverete su tutti i testi di macroeconomia) che mette in relazione la quantità e il valore della moneta.

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