Rapina al market, bengalese punta coltello alla gola di un bimbo di un anno

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22 dic – I carabinieri della stazione di Roma San Lorenzo hanno arrestato un rapinatore di 35 anni, di origine bengalese e già noto alle forze dell’ordine, che la scorsa sera, armato di un coltello, ha fatto irruzione in un minimarket, nel quartiere San Lorenzo, gestito da un suo connazionale, di 26 anni, con l’intento di farsi consegnare i soldi dell’incasso.

L’uomo, che già in precedenza si era recato presso il negozio chiedendo dei soldi, la seconda volta lo ha fatto sotto minaccia di un grosso coltello, puntandolo alla gola del figlio di un anno del titolare, che era nelle braccia della madre, non curante che la donna si trovasse al settimo mese di gravidanza.

Tempestivo è stato l’intervento della pattuglia dei carabinieri, allertata da una chiamata al 112, fatta da alcuni passanti allarmati dalle urla provenienti dal negozio. I carabinieri sul posto hanno bloccato il rapinatore e sequestrato l’arma. La successiva perquisizione a casa dell’arrestato ha permesso inoltre di rinvenire circa 30 grammi di marijuana, insieme a delle bustine di plastica trasparenti e a un bilancino di precisione.

Il 35enne è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentata rapina aggravata e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Al termine del rito direttissimo, il tribunale collegiale ha disposto nei suo confronti la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Bergamo. adnkronos

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2 thoughts on “Rapina al market, bengalese punta coltello alla gola di un bimbo di un anno

  1. Ma… ho letto bene?!
    Per una rapina a mano armata, con sequestro di persona (infante) minacce di morte, detenzione di stupefacenti, spaccio… il tribunale ha “inflitto” l’obbligo di dimora nel comune di Bergamo?!
    Ma non sarà una misura troppo severa?
    Ma povero migrante, era disperato, per questo ha minacciato di sgozzare un bambino di un anno
    Spero che tutti l’abbino perdonato, compresa la signora incinta al settimo mese
    anzi sono convinto che se noi italiani non fossimo dei barbari, razzisti, senza cuore, le stesse persone che sono state testimoni del gesto di disperazione di questo migrante, primo fra tutti l’egoista negoziante che non ha voluto privarsi di qualche euro, avrebbero già lanciato una colletta per raccogliere soldi a sufficienza da far vivere decorosamente, al Grand Hotel, questo nostro fratello sfortunato e vittima del razzismo.

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