Sanzioni Russia, l’agricoltura veneta ha già perso 2 milioni di euro

Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano

4 ott 2014 – ”La chiusura del mercato russo, dove avevamo fatto investimenti, ha provocato una perdita secca di 2 milioni di euro. Fortunatamente siamo presenti, in particolare con Grana Padano e Asiago DOP, in 56 paesi del mondo e nel primo semestre dell’anno abbiamo una crescita dell’export straordinaria, intorno al 30%”.

Lo ha detto alla manifestazione ”Caesus Veneti” Alessandro Mocellin, vicepresiidente Agriform, affermando che ha ragione il presidente del Veneto, Luca Zaia, a sfidare le sanzioni contro l’embargo russo. ”Tipicita’ e identita’ produttiva, grazie alla qualita’ dei nostri prodotti sono la forza del lattiero caseario veneto, anche di fronte all’invasione del latte dal Nord Europa che rischia di arrivare nel dopo quote latte”, ha aggiunto Terenzio Borga, presidente A.Pro.La.V., e ha fatto appello ai diversi buyer della Gdo presenti: ”Creiamo una nuova alleanza tra allevatori, grande distribuzione e consumatori che difenda i prodotti tipici e dia dignita’, attraverso un giusto reddito, al nostro comparto”. Sotto la barchessa della palladiana Villa Emo sono state assegnate le 38 medaglie d’oro ai migliori caseifici del Veneto.

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La Regione Veneto si svincolera’ dalle sanzioni contro la Russia a seguito dell’embargo. Lo ha annunciato il presidente Luca Zaia a Fanzolo di Vedelago, per la manifestazione ”Caesus veneti”, anticipando che le misure saranno assunte la prossima settimana dalla giunta. ”In Veneto abbiamo 160 mila aziende agricole con un fatturato di 6 miliardi l’anno; siamo la seconda regione agricola dell’Italia – ha detto Zaia, mantenendo pero’ il riserbo sulla natura di quella che sara’ una vera e propria ‘obiezione’ -. La Regione merita, dunque, di continuare ad avere il suo mercato d’eccellenza che e’ proprio quello russo”. Secondo il il governatore veneto, ”embargo imposto dall’Europa all’Italia e’ vergognoso, perche’ mette in difficolta’ l’intero settore primario. Come Veneto abbiamo pertanto deciso di chiamarci fuori”.

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