Trasferire l’Africa in Europa, per i Gesuiti occorrono piu’ fondi e piu’ sforzi

sbarchi

 

3 ottobre – Fermare la strage di migranti nel Mediterraneo con corridoi umanitari a guida Onu. A un anno esatto dal naufragio di Lampedusa, costato la vita di quasi 400 persone, il Jesuit Refugee Service (Jrs) chiede all’Europa e alla comunità internazionale misure più coraggiose per prevenire nuove tragedie nel Mediterraneo.

Secondo il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, la decisione dell’Unione Europea di sostituire a novembre l’operazione Mare Nostrum con la nuova operazione dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere Frontex, va nel senso opposto. In un anno il pattugliamento del Canale di Sicilia della Marina Militare italiana ha permesso di salvare 142mila persone “a riprova di quanto si possa fare quando gli Stati mettono la vita al di sopra della sicurezza delle proprie frontiere”, osserva la ong gesuita. Ma per evitare nuove tragedie non basta salvare vite umane in mare: “Occorre offrire ai disperati che fuggono dalle violazioni dei più elementari diritti umani, canali alternativi per entrare in Europa”, ha dichiarato il direttore, padre gesuita Peter Balleis. Offrire ai richiedenti asilo la possibilità di trovare rifugio in un luogo sicuro non li costringerebbe a rivolgersi alle reti dei trafficanti senza scrupoli.

Insieme all’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, il Jrs chiede quindi ai Paesi europei di concedere il rilascio ai richiedenti asilo di speciali visti umanitari, insieme alla possibilità di ottenere il ricongiungimento familiare e di aumentare le proprie quote di reinsediamento dei rifugiati. “Di fronte all’aggravarsi delle crisi in Medio Oriente e in Nord-Africa, – ha avvertito il direttore del Jrs Europa, padre Michael Schoeps, sj. – sigillare le nostre frontiere servirà solo a peggiorare le sofferenze di migliaia diu gente innocente”.

Questa è una notizia dell’agenzia TMNews.

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