Renzi a Strasburgo per una gincana tra: “L’Italia nel baratro, l’Europa in default e la decrescita felice”

Renzi a Strasburgo per una gincana tra: “L’Italia nel baratro, L’Europa in default e la decrescita felice”.

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3 luglio – Tra ‘chiacchiere e tabbacchere’ ha dichiarato: «Senza crescita non l’Italia ma l’Europa non ha futuro. Non chiediamo un giudizio sul passato. Ci interessa cominciare il futuro, subito. Il mondo esterno corre ad una velocità doppia rispetto a quella dell’Europa. Vogliamo o no recuperare questo distacco?»… «L’Europa non deve essere solo un puntino su Google Maps – e non deve essere solo un’espressione geografica, come era stata definita l’Italia da un grande politico austriaco»… «Sulle questioni economiche ve lo garantisco, ci faremo sentire con forza, con la forza di un Paese che ha dato più di quanto ha preso».

Su queste premesse potremmo anche essere d’accordo, adesso dobbiamo solo vedere se “al dire seguirà il fare”. Come purtroppo abbiamo constatato, la coeRenzia è una nuova filosofia.

Il ‘fare’ significa innanzitutto indicare “cosa fare” ossia avere un programma preciso. Renzi, ce l’ha? Ne dubitiamo fortemente.

Ma, ad esempio, ci piace pensare che potrebbe dire: “l’Italia userà i propri cliché della Zecca dello Stato per stampare euro per rilanciare l’economia trascinando così anche gli altri Paesi a fare altrettanto”. Oppure, ci piace pensare che minaccerà con un esposto alla “Corte di Giustizia” che fu istituita nel 1957 dal Trattato di Roma proprio con il compito di assicurare il rispetto del diritto nella interpretazione e nell’applicazione del Trattato e costituisce tutt’oggi la suprema istituzione giudiziaria dell’Unione europea. Il ricorso sarebbe contro il comportamento della Germania che usa la necessità di prendere decisioni alla unanimità dei partecipanti per impedire qualsiasi azione rivolta allo sviluppo dell’economie dell’eurozona. Ma ciò. che il Renzi europeo avrebbe dovuto fare Strasburgo è una semplice domanda: “cari eurocrati globalizzati asserviti al NWO, che fine ha fatto il Trattato istitutivo dell’euro?

E soprattutto, che fine han fatto i tre compiti fondamentali del Trattato che dovevano: 1) Assicurare la Stabilità 2) Favorire lo sviluppo dell’economia dei popoli aderenti 3) Favorire una collaborazione solidale tra i popoli favorendo lo sviluppo di quelli meno sviluppati?

Se Renzi, come ‘gestore’ del semestre europeo, facesse subito una delle due azioni (opinabile finché volete la prima, ineccepibile la seconda) darebbe vita ad una azione vera ed efficace e non alla sole chiacchiere che è solito fare.

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