Renzi e le riforme: mille giorni per cambiare l’Italia

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24 giu. – “Noi, a differenza di quanto fece la Germania nel 2003, vogliamo rispettare il 3%. L’Italia non deve vedere l’Europa come il luogo delle autorizzazioni, nessuno puo’ autorizzarci a fare l’Italia, se l’Italia fa l’Italia non la ferma nessuno”.
Cosi’ il premier Matteo Renzi parlando in aula alla Camera sul semestre europeo a guida italiana.
“Alziamo l’asticella delle ambizioni piuttosto che alzare la voce”, ha detto il premier.

“L’Italia intende presentarsi in questo semestre di presidente dell’Ue con un pacchetto unitario di riforme”, ha spiegato Renzi. “Vogliamo smettere di vivere l’elenco delle raccomandazioni dell’Ue come una lista della spesa che sembra essere un elenco delle cose da fare – ha spiegato – quasi che questo trasformi l’Europa in una vecchia zia noiosa che ci spiega i compiti da fare”.

“Tre anni – ha aggiunto – e’ un periodo ampio per poter riportare l’Italia a fare l’Italia, per consentire di non farsi dettare l’agenda da un soggetto esterno e dire che le riforme le facciamo perche’ ne siamo consapevoli”.

“Il semestre non e’ convocare un vertice ma mettere in campo la moral suasion” per far tornare l’Europa protagonista del suo tempo.

“Si e’ immaginato di fare l’Europa solo basandosi sulla stabilita’. Ma la stabilita’ senza la crescita diventa immobilismo. Si e’ affidato alla moneta il compito di costruire l’Europa. Questo ragionamento non basta: non basta avere una moneta unica per condividere un destino insieme”.

Renzi ha spiegato che “la sfida in cui siamo, come Italia, e’ un’Italia che sia nelle condizioni di investire nella politica, che oggi ha la responsabilita’ di prendere la moneta, di dire che rispettiamo le regole ma anche di dire che o l’Europa cambia marcia o non esiste la possibilita’ di crescita”.

“Se non aumenteranno i posti di lavoro – ha sottolineato il premier – non ci sara’ nessuna stabilita’. Non andiamo in Europa a chiedere una poltroncina o a battere i pugni sul tavolo, ma per fare politica”.

“L’Europa non e’ il luogo in cui si vive di codicilli e cavilli. Non e’ la terra di mezzo dei cavilli, i milioni di giovani della prima guerra mondiale non sono morti perche’ noi ci azzuffassimo sui cavilli”. Dalla cena di giovedi’ sera dei leader del Consiglio europeo deve “uscire un accordo complessivo” sulle nomine. Non basta sapere chi sara’ il presidente della commissione se non si decide anche chi guidera’ l’Europgruppo o il Consiglio europeo, ha detto Renzi parlando in aula sul prossimo Consiglio Ue. “Siamo a un bivio, non dipende da chi mettiamo a fare il presidente. Ci siamo impegnati, come Italia, perche’ si affermasse un metodo: prima di decidere chi guida decidiamo dove andare”, ha aggiunto il premier.

“L’Italia – ha concluso il presidente del Consiglio – e’ uscita dalla depressione economica, ma non dalla crisi. Uscira’ dalla crisi se tutti insieme andremo nella stessa direzione”. agi

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