Violenze a Torino, 7 agenti feriti: funzionario Digos colpito con un piccone

torino2TORINO, 1 MAG – Nei tafferugli scoppiati al corteo del Primo Maggio a Torino sono rimasti feriti sette poliziotti. Tre dei manifestanti sono stati fermati: uno è stato arrestato, gli altri due, un uomo ed una donna, denunciati.

Le ferite più gravi per un funzionario della Digos, trasportato in ambulanza all’ospedale dopo essere stato colpito alla testa con un manico di piccone e aver perso conoscenza. In ospedale anche sei agenti. Antagonisti e No Tav si sono poi ‘impadroniti’ del palco dei comizi.

Carica di alleggerimento delle forze dell’ordine nei confronti di antagonisti e No Tav, al corteo del Primo Maggio a Torino. Lo “spezzone sociale” ha tentato di forzare in via Roma il cordone delle forze dell’ordine, ma sono stati respinti. Eseguiti nuovi fermi della polizia, che ha sequestrato spranghe e bastoni.

Dallo “spezzone sociale” della manifestazione sono volati oggetti contro le forze dell’ordine, tra cui alcune sedie dei dehors dei bar. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche di alleggerimento e hanno riportato la calma. I rappresentanti del Pd sono stati fatti avanzare, in modo da non essere più a contatto con lo “spezzone sociale” della manifestazione, formata da antagonisti e No Tav. Al posto dei democrat c’è ora un gruppo di non violenti. Le forze dell’ordine hanno sciolto il nutrito cordone di sicurezza che teneva a distanza antagonisti e esponenti del Partito Democratico.

A far scattare la prima scintilla l’arrivo del senatore Stefano Esposito, noto per le sue posizioni a favore della Tav. Qualche spintone, poi la polizia è intervenuta a separare i due gruppi. “Quattro assassini, 5 minuti di infami applausi. Nessuna mela marcia. La polizia uccide e rivendica”. Antagonisti e No Tav espongono al corteo del Primo Maggio di Torino anche questo cartello. Un chiaro riferimento al caso Aldrovandi. “Gli uomini non hanno un centesimo – recita un altro cartello – della dignità di Patrizia”, la madre del giovane morto.

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