Casarini, il compagno collezionista di condanne che toglie la casa ai poveri

LUCA CASAARINI

24 mar – Dai fumogeni scagliati contro la polizia al Parlamento europeo. Luca Casarini, ribelle, antagonista, casinaro, ex leader del «Movimento delle tute bianche» (poi «Disobbedienti»), uno dei gruppi no-global più agitati degli anni Duemila, si è candidato nella lista Tsipras.

Anche se potrebbe raccogliere i voti dei movimenti sociali e della sinistra radicale, il suo nome è andato di traverso a tre dei saggi che vagliano le candidature italiane: lo scrittore Andrea Camilleri (che poi ha deciso di ritirarsi), il direttore di Micro-Mega Paolo Flores D’Arcais e il sociologo Luciano Gallino. Favorevoli lo storico Marco Revelli, l’economista Guido Viale e la giornalista Barbara Spinelli.

Una spaccatura dovuta alle numerose condanne penali collezionate negli anni dal mite Casarini. L’ultima a tre mesi di reclusione per aver occupato la casa di via Beccaria, a Marghera, dove ha abitato per anni prima di mettere su famiglia. Si tratta di un’abitazione dell’Ater. Casarini è stato anche condannato a pagare un risarcimento di 4mila euro all’Ater per i danni che l’istituto avrebbe subito.

«La sentenza – commenta Alberto Mazzonetto, presidente dell’Ater di Venezia – lancia un messaggio chiaro e inequivocabile: non è possibile bypassare i 2.500 cittadini che nel comune di Venezia sono in lista per una casa pubblica, tantomeno se si è stati portavoce dei no-global. L’illegalità non paga ed è un segnale per coloro che hanno di recente occupato più di una dozzina di case pubbliche dell’Ater». Secondo Casarini, invece, l’occupazione di quell’abitazione era un dovere perché «illegale è lasciare quelle abitazioni vuote».

Altre condanne sono arrivate per aver bloccato un treno militare che trasportava armamenti durante la Guerra del Golfo, un’altra, a un anno di reclusione, per una protesta nel ’98 davanti a un centro di detenzione di migranti a Trieste, infine, una condanna a 11 mesi e mezzo per aver manifestato contro gli Ogm a Genova. «Possiamo fare tutto quello che vogliamo», diceva il Masaniello veneto nel 2001, al G8 di Genova, quando «dichiarò di guerra» ai leader mondiali.
Oggi Casarini si è fatto grande (47 anni), e ha trovato rifugio sotto l’ala greca del leader di Syriza, Alexis Tsipras, pure lui uno dei leader casinari al G8 di Genova.
Il plurindagato gongola, e si è dato ai talk show, cioè a quell’universo mediatico-consumistico da lui sempre aborrito. A parole.

il giornale

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