Siria: ribelli attaccano monastero al grido di “Allahu Akbar”, cristiani imprigionati

RIB26 NOV – I ribelli islamisti in Siria hanno lanciato un’offensiva a nord di Damasco contro Deir Atieh, villaggio di 25 mila persone abitato da molti cristiani. Lo scorso 22 novembre, come riporta Fides, i miliziani si sono fatti strada con due attentati suicidi, hanno preso in ostaggio i malati dell’ospedale e devastato il museo che conteneva migliaia di reperti archeologici.

CRISTIANI IMPRIGIONATI. La Chiesa greco-ortodossa ha manifestato preoccupazione per la sorte dei cristiani: le chiese della città, come anche le moschee, sono state prese di mira e molti civili sono stati usati come scudi umani. Ai cristiani è stato impedito di fuggire dal villaggio e sono tuttora prigionieri nelle loro case. Un prete greco-ortodosso è riuscito a lasciare Deir Atieh solo fingendosi sposato.

STATUA DI GESÙ. L’offensiva al villaggio rientra in un attacco più generale alle postazioni sulle montagne di Qalamoun, dopo che l’esercito di Assad è riuscito a riprendere la città strategica di Qara. I ribelli hanno cercato di conquistare il monastero Cherubim, dove lo scorso 14 ottobre è stata eretta una statua di Gesù salvatore alta 39 metri. Per permettere di issare la statua, ribelli ed esercito avevano accettato una tregua di tre giorni ma ora gli islamisti sembrano aver cambiato idea.

«ASSALTO RESPINTO». I ribelli hanno attaccato al grido di “Allahu Akbar” il monastero a Saidnaya, difeso da un appostamento dell’esercito con alcuni soldati e un carro armato. Secondo un soldato lealista l’assalto non è andato a buon fine: «La situazione è tranquilla ora, ci hanno attaccato per due giorni, appostando anche diversi cecchini ma li abbiamo respinti».

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