Lampedusa: profughi in sciopero della fame: chiediamo il rispetto dei nostri diritti

 

profughi8 nov – I profughi palestinesi-siriani del centro di prima accoglienza di Lampedusa sono in sciopero della fame da due giorni Protestano contro il divieto di lasciare il centro, nel quale vivono dall’inizio di ottobre.
Altri profughi, giunti dopo di loro, sono potuti ripartire, ma non loro. Questi palestinesi provenienti dalla Siria non vogliono restare in Italia, la loro terra promessa è il nord dell’Europa, in particolare i paesi scandinavi.
“Facciamo lo sciopero della fame, solo un po’ d’acqua, per vivere”, dice in un inglese incerto uno di loro.

Un altro profugo: “Per me e i miei amici: da qui verso un futuro migliore o da qui verso un ospedale, per morire. Oppure lasciateci tornare in un paese arabo con un’imbarcazione. Purtroppo l’Unione Europea mente quando parla di aiutare i siriani e i palestinesi. Dovrebbero essere più responsabili circa le loro promesse”

Il centro di Lampedusa ha una capienza di 250 persone, attualmente ne ospita quasi il doppio, per la maggior parte siriani ed eritrei.
Tra le due comunità le relazioni sono tese. Per esempio, non vogliono condividere le stesse stanze, e questo crea grossi problemi a livello organizzativo.

Spiega un migrante: “Con questo sciopero chiediamo il rispetto dei nostri diritti. Ci sono persone che sono qui dal 14 ottobre e vogliono andarsene via. Vivere qui non è possibile. Non si puo’ restare qui più di 3 o 4 giorni”.

Nel centro di accoglienza lavorano 65 persone, tra cui un medico e due assistenti sanitari. Antonio Miragliotta è il direttore della struttura. “Qui abbiamo psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali – dice Miragliotta. – La loro missione è cercare di ridurre le tensioni che inevitabilmente si creano in un centro come questo di Lampedusa, dove le perone sono in attesa di essere traferite altrove il più rapidamente possibile”.

In teoria i migranti dovrebbero passare nel centro di prima accoglienza non più di tre giorni. In pratica vi restano per almeno venti giorni, e talvolta anche di più.

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K

One thought on “Lampedusa: profughi in sciopero della fame: chiediamo il rispetto dei nostri diritti

  1. Dove pensano che li abbiano portati in paradiso?

    Questa é l’Italia ragazzi!!!

    O venite e capite e rispettate un altra nazione ridotta alla fame dopo che hanno portato voi o capite che la strada per cercare il paradiso non c’é (noi non prendiamo i gommoni, ma stiamo come voi) che volete il controesodo? Italiani che si imbarcano per venire da voi? voi non ci credete ma é fattibile sapete?

    Per di più sappiate, che diventa più povero chi ha avuto un poco di benessere, che un povero che il benessere non sa cosa sia, di conseguenza non sa cosa sia. Noi SI.

Comments are closed.