di Daniel Fermanelli corriereadriatico
MACERATA, 7 nov – Sequestrato, picchiato e frustato col guinzaglio del cane. E poi costretto a spogliarsi e a baciare la suola di una scarpa del capo del branco.
Una violenza selvaggia quella subita da Andrea Verdenelli, maceratese di 46 anni. A pestarlo a sangue, stando a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, sono stati tre egiziani, arrestati con l’accusa di rapina, sequestro di persona, lesioni pluriaggravate e tentata estorsione. Quest’ultimo reato è stato contestato anche a una donna di Macerata, finita a sua volta in manette.
Tutto è iniziato lo scorso luglio, quando un egiziano, Ahmed Adly, 31 anni, residente a in via Crispi, nel centro storico del capoluogo, è stato arrestato con l’accusa di spaccio di droga. Il nordafricano ha fin da subito sospettato che a metterlo nei guai fosse stata una “soffiata” di Verdenelli. E così è scattata la vendetta.
Dopo essere uscito dal carcere – era il 6 settembre – Adly ha dato appuntamento a Verdenelli a casa sua. Qui l’egiziano ha rivendicato la somma di cinquemila euro, relativa a un presunto debito mai saldato. E poi è scattato l’agguato. Sono saltati fuori altri due egiziani. Il branco ha aggredito il maceratese di 46 anni con calci e pugni. E’ stato frustato con un guinzaglio per cani e minacciato con un coltello. Infine gli sono stati portati via il portafogli e un cellulare. Dentro casa c’era anche una donna, Maura Fermani, 54 anni, residente a Borgo San Giuliano, conosciuta come operatrice dell’occulto, che però non ha partecipato al pestaggio (si trovava in un’altra stanza).
La notte di violenza, per Verdenelli, non è comunque finita lì. I tre egiziani infatti hanno portato la vittima dietro al circolo di biliardo di via Severini e sotto la minaccia di una stecca lo hanno costretto a denudarsi, provando a spegnergli una sigaretta addosso.
Poi lo hanno fatto rivestire e portato davanti al Caffè dell’Opera, in piazza Mazzini. E’ stato qui che gli hanno fatto baciare la suola di una scarpa di Adly. La notte da Arancia Meccanica è infine proseguita nelle vicinanze del Bar King, in piazza Garibaldi, dove Verdenelli è stato costretto a firmare (presente anche Maura Fermani) un atto di ammissione del debito nei confronti di Adly, in cui si assumeva l’obbligo di dargli i cinquemila euro rivendicati.
Dolorante, Verdenelli è andato al pronto soccorso di Macerata, dove i medici gli hanno riscontrato un trauma cranico-facciale, escoriazioni e contusioni al tronco, per una prognosi di 15 giorni. Il quarantaseienne ai sanitari ha nascosto la verità . “Ho avuto un incidente”, ha detto. Ma nessuno ha creduto alle sue parole.
Subito sono stati informati i carabinieri e il giorno seguente Verdenelli è tornato da Adly per chiedergli indietro il cellulare. Ma il capo del branco ha risposto di no, sottolineando che la restituzione sarebbe costata 600 euro. A quel punto il maceratese – il 10 settembre – denuncia tutti. Le indagini del Nucleo operativo della Compagnia di Macerata, coordinato dal capitano Tullio Palumbo e guidato dal tenente Aldo Meluccio, si fanno sempre piĂą serrate.
E la svolta arriva dall’acquisizione dei filmati di alcune telecamere di sorveglianza. Gli occhi elettronici hanno immortalato Verdenelli mentre si regge a fatica, attorniato dai suoi aggressori. Ieri su richiesta del Pm Enrico Riccioni, che ha coordinato l’indagine, il Gip Enrico Pannaggi ha disposto quattro misure cautelari, tutte eseguite dai carabinieri. Adly è finito in carcere, arresti domiciliari per Abdelfattah Arafat, 20 anni e Ahmed El Gharib, 23 anni, entrambi residenti in via Primo Maggio, e Fermani.
