Wikileaks, soldato Manning: “Mi sento donna e voglio chiamarmi Chelsea”

Manning22 ago. – Bradley Manning, il soldato Usa condannato ieri a 35 anni di carcere per i documenti riservati trasmessi a Wikileaks, si sente una donna, vuole vivere come una donna e chiamarsi Chelsea. La Nbc ha diffuso un suo comunicato. Il suo avvocato David Coombs ha annunciato che chiedera’ la grazia al presidente Obama

MANNING SCRIVE A OBAMA PER GRAZIA, AGII PER AMORE USA
Ho violato la legge “per amore del mio Paese e senso di dovere verso gli altri e se respingera’ la mia richiesta di grazia, serviro’ la mia pena sapendo che a volte bisogna pagare un alto prezzo per vivere in una societa’ libera”. Cosi’ Manning si rivolge a Obama, in una lettera di cui ha dato notizia il legale del giovane analista, David Coombs. Nel lungo scritto per sollecitare un gesto di clemenza dalla Casa Bianca, Manning spiega il suo percorso personale, sottolineando di aver “inizialmente aderito ai metodi” utilizzati contro un nemico che non sceglieva i tradizionali campi di battaglia e di essersi “arruolato volontario per aiutare a difendere il mio Paese”. Ma la missione in Iraq ha cambiato il suo modo di vedere: “leggendo rapporti segreti militari ho cominciato a pormi domande sulla moralita’ di quello che stavamo facendo”.

“Ogni volta che abbiamo ucciso civili innocenti, invece di accettare la responsabilita’ per la nostra condotta, abbiamo deciso di nasconderci dietro il velo della sicurezza nazionale e delle informazioni segrete per evitare qualsiasi responsabilita’ pubblica”, accusa Manning, riconoscendo di aver “violato la legge”, ma senza l’intenzione di danneggiare nessuno, ma anzi con l’intento di “aiutare la gente”. In caso la grazia venisse negata, conclude l’artefice della piu’ grande fuga di notizie della storia, “saro’ contento di pagare il prezzo” delle mie azioni, “se questo significa che potremo avere un Paese veramente concepito in liberta’ e fondato sulla convinzione che uomini e donne sono creati uguali”. (AGI) .

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