“Le donne vanno scopate, non uccise”: mozione sul femminicidio discussa in Regione Lazio

ROMA, 6 Luglio 2013 – In Consiglio regionale, mentre si discute la mozione sul femminicidio, qualcuno commenta l’intervento di Marta Bonafoni, la proponente, affermando “le donne non vanno uccise, vanno scopate”. L’episodio lo denuncia Daniela Bianchi consigliera cattolica del gruppo ‘Per il Lazio’ e lo riporta Giovanna Vitale su La Repubblica.

Il nome di chi sia stato non viene rivelato, ma lo stupore è tanto. “’C’è una questione aperta sulla visione sessista della nostra società – dice la Bianchi – (…) non è tanto la qualifica del ruolo di chi abbia detto questo quanto il fatto di averla ascoltata in un corridoio come il nostro nello stesso momento in cui in aula si discuteva di femminicidio». Per Marta Bonafoni “’Non dobbiamo essere sorpresi, quella battuta potrebbe essere l’ultima riga della mia mozione. È una denuncia ulteriore di quale sia lo stato dell’arte e culturale anche nei luoghi delle istituzioni che sono lo specchio del Paese e viceversa. Io la metterei in calce alla mozione, come quattordicesima firma, per dire che il tema è anche qui dentro e quindi, a maggior ragione, dobbiamo affrontarlo’”.

a frase, secondo Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale, è “’assolutamente inattesa e inqualificabile… un’affermazione talmente squalificante per chi l’ha pronunciata da essere assolutamente incommentabile’”. L’assessore alle pari opportunità, Concettina Ciminiello, alla fine, “ha garantito il rifinanziamento dei centri antiviolenza nel Lazio e la convocazione del tavolo con le associazioni che si occupano di violenza di genere” mentre Zingaretti ribadisce “la determinazione a lavorare ‘contro un crimine odioso che vogliamo combattere’”.

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