Giordano: abolire i senatori a vita, con Monti l’istituto ha ormai perso dignità

senat1 lug – Ma è proprio necessario nominare nuovi senatori a vita? Margherita Hack, poveretta, si è tolta naturalmente dalla corsa al seggio, evitando così di passare dalle sue amate stelle alle stalle del Palazzo. Ma la minaccia non è ancora stata sventata: da Benigni a Camilleri, da don Ciotti ad Abbado, da Morricone a Rodotà, circolano in rete le candidature più improbabili. C’è persino chi suggerisce Franca Valeri, Gianni Morandi, Fantozzi o Raffaella Carrà. Ma sicuro: e allora perché non Fiorello, er Piotta, Red Ronnie o il Pulcino Pio? Non meritano una chance anche Topo Gigio e Vito Catozzo? Che ne dite di Mara Maionchi o Jerry Calà?

Siamo seri: l’istituto del senatore a vita è stato progressivamente sputtanato.  In primo luogo c’è stata l’era dei pannoloni for Prodi, ricorderete, quando gli ultraottuagenari si misero in fila per dare il proprio barcollante sostegno a un governo che politicamente non poteva stare in piedi. All’improvviso comparvero in Parlamento uomini e donne che avrebbero dovuto illuminare con la loro sapienza l’aula, e che invece erano spariti nel nulla da sempre. E si presentarono soltanto per a una meschina operazione di algebra parlamentare, ovviamente a vantaggio del Professor Mortadella. E a svantaggio, purtroppo, dell’Italia.

E  in secondo luogo, a sputtanare l’idea del senatore a vita, c’è stato quel deleterio colpo di genio da parte di Mario Monti che ha trasformato la nobile investitura in una specie di bancomat: per accettare la nomina a presidente del Consiglio, infatti,  ha preteso dal Capo dello Stato uno stipendio assicurato dai contribuenti per il resto  della sua esistenza. […]  libero

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