Cristianofobia: ne parla Alexandre Del Valle a Milano e Bologna.

FIRENZE, 30 Sett – Alla luce di quanto e da troppo tempo sta succedendo in diverse aree del mondo, dove i Cristiani vengono perseguitati e barbaramente uccisi dagli islamisti, C’è qualcuno che che per quanto può, si pre-occupa come l’Associazione “Una Via Per Oriana” che lo scorso 16 settembre ha organizzato a Firenze la “Giornata Internazionale per la libertà religiosa, contro la persecuzione dei Cristiani nel Mondo”. 

Paolo VI nella “Dignitatis humanae del dicembre 65”dove disse: “Gli uomini, consapevoli della propria dignità di persona, esigono di agire di loro iniziativa, esercitando la propria personale libertà. Essi cioè ammettono il potere delle autorità pubbliche ma pretendono che non siano troppo circoscritti i confini alla onesta libertà. Questa esigenza riguarda soprattutto i valori dello spirito e l’esercizio della religione”.

Nell’enciclica Spe salvi Benedetto XVI afferma che: “se non possiamo sperare più di quanto è effettivamente raggiungibile di volta in volta e di quanto di sperabile le autorità politiche ed economiche ci offrono, la nostra vita si riduce ben presto ad essere priva di speranza”. Anche la difesa dei diritti umani ha bisogno di una speranza che vada oltre “quanto è effettivamente raggiungibile di volta in volta”.

“Io Amo l’Italia”, il Movimento di Magdi Cristiano Allam, ha in programma per giovedì 4 Ottobre a Milano (Via Benedetto Marcello 26, ancora pochi i posti liberi) una conferenza con il geopolitico italo-francese Alexandre Del Valle, dove anche l’europarlamentare padrone di casa e Andrea Morigi, anche lui scrittore, nonchè attento giornalista del quotidiano “Libero” che per l’occasione modererà l’incontro esprimeranno il loro punto di vista sul tema.

All’incontro di Milano ne farà seguito un altro a Bologna organizzato sempre da “Una Via Per Oriana”. La Conferenza di Bologna, si svolgerà venerdì 5 ottobre alle ore 20:30 all’Hotel Europa (Via Bordrini 11) dove al termine è previsto il dibattito Adr (a domanda risponde) moderato dall’Avv. Lorenzo Tomassini, che avrà per tema: “La nuova cristianofobia: perché si uccidono i cristiani nel mondo oggi?”.

Alexandre Del Valle, saggista e scrittore, ricercatore indipendente è tra i massimi esperti di geopolitica nei rischi di conflitti internazionali, del Medio Oriente e dell’integralismo islamico che nel suo ultimo saggio: “Verdi-Rossi-Neri” analizza le convergenze paradossali tra i diversi movimenti estremisti e rivoluzionari-totalitari,  cioè i comunisti (Rossi), i nazi-fascisti (Neri) e gli islamisti (Verdi), senza dimenticare il terrorismo islamico e i fenomeni di disinformazione le cosiddette “Guerre delle Rappresentazioni”.

Nel saggio uscito già in diversi Paesi di lingua inglese: “La nuova cristianofobia: perché si uccidono i cristiani nel mondo oggi?” (uscirà in Italia a Gennaio 2013), porta all’attenzione  dell’opinione pubblica, la denuncia della continua e costante, persecuzione e uccisione dei Cristiani nel mondo. Una mattanza che definire un vero e proprio olocausto del Cristianesimo, è riduttivo.

L’obiettivo della manifestazione di Firenze, come anche quello di Milano e Bologna (alle quali ne seguiranno altre come ad es: Bergamo il 16 Dicembre) oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa inaccettabile e insostenibile situazione sempre più drammatica e indipendentemente dalla loro estrazione sociale, politica, culturale e religiosa, ha lo scopo di creare un fronte comune con tutte le persone che, dotate di fede e ragione, vogliono creare un fronte comune per esercitare pressione sugli organismi internazionali, affinché si impegnino immediatamente per fermare questa mattanza.

Purtroppo, ci corre l’obbligo di stigmatizzare ancora una volta, che mentre i giornali stranieri hanno dato risalto il giusto risalto alla Conferenza internazionale di Firenze, i media-ocri, i giornali italiani editati soltanto grazie al finanziamento pubblico, ma, proprio per questo, sempre più asserviti alla spartitocrazia affaristica clientelare, erano troppo impegnati ad occuparsi dei loro datori di lavori nell”esercizio della loro professione: saccheggiare dalla mattina alla sera e rubare dalla sera alla mattina.

Desideriamo ringraziare invece le importanti personalità del mondo accademico, religioso e politico, ai rappresentanti di Associazioni e di Organizzazioni per i Diritti Umani, ai giornalisti e agli scrittori che sono giunti a Firenze (29 relatori) provenienti da molti paesi europei, oltre che da: Canada, Usa, Israele, Algeria, Egitto, Turchia e Pakistan.

La “libertas religiosa” è fonte, sintesi e garanzia di tutti gli altri diritti umani  e si fonda sulla dignità della persona umana. Gli uomini “sono spronati dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a ricercare la verità”. Il diritto deriva da un dovere: “Ognuno ha il dovere, e quindi il diritto, di cercare la verità in materia religiosa”. Il diritto alla libertà religiosa è “il cuore stesso dei diritti umani”: ne preserva l’origine trascendente e quindi motiva la loro inviolabilità. I diritti umani hanno bisogno di essere fondati su una dimensione superiore a quella politica. La libertà di religione è la libertà di fondare i diritti umani in modo assoluto. Per questo essa è a vantaggio di tutti, e non solo dei credenti. E’ un bisogno non solo “confessionale”, ma umano e sociale. La libertà di religione si rivela essere un diritto non solo individuale ma comunitario, un elemento del bene comune da preservare e sviluppare. Essa infatti contribuisce a liberare i diritti umani dai limiti del potere politico ed a collocarli in una ambito di inviolabilità, a garanzia di tutti i cittadini di una comunità. La libertà di religione svela l’esistenza di una comunità più ampia della stessa comunità politica di uno Stato, la comunità umana. Si tratta di una “appartenenza” precedente a quella politica, che esprime nella libera adesione della coscienza personale una dignità inviolabile per ogni regime politico.

Dal punto di vista storico, il diritto alla libertà di religione è stato concepito per primo e, seppure con modalità tortuose e difficili, è stato alla base di tutti gli altri. Quando un regime politico nega la libertà di religione finisce per negare anche tutte le altre libertà. I totalitarismi (di cui parla Del valle nel saggio Verdi Rossi Neri, infatti, hanno prima di tutto tentato di “sradicare il bisogno di Dio dal cuore dell’uomo”.

Lo Stato ha dei precisi obblighi nella difesa e nella promozione della libertà di religione, obblighi che vanno ben oltre la semplice contemplazione giuridica di questo diritto. Non è sufficiente il concetto di “tolleranza”. Lo Stato deve costituire una cornice giuridica in modo che tutti i cittadini godano della libertà di non “rinnegare Dio per godere dei propri diritti”. Anche la libertà di religione deve, quindi, rispettare la legge morale naturale, l’ordine pubblico e, in una parola, i diritti umani. Chi chiede per sé la libertà di religione, ma non accetta di rispettare la giustizia, delegittima quella sua stessa richiesta, privandola del suo vero fondamento. Lo Stato che, nell’organizzare la vita della comunità in vista di un bene comune, disciplina anche la libertà di religione, deve farlo alla luce della verità dell’uomo.

Ci sono pseudo religioni che nelle loro pratiche contraddicono quegli stessi diritti umani in nome dei quali pretendono la propria libertà. Il caso più evidente è quello di chi uccide in nome di Dio: “quando una certa concezione di Dio è all’origine di fatti criminosi, è segno che tale concezione non è più una religione ma si è già trasformata in ideologia”. Quando le religioni possono contraddire i diritti umani,  quando le religioni non ammettono l’eguale dignità di tutti gli uomini senza distinzione di sesso o di razza o di ceto sociale, non è più religione ma ideologia.

In tutti questi casi lo Stato dovrà discernere, non con criteri confessionali, ma alla luce della verità razionale, che rimane la bussola principale del potere politico. Il nesso tra religione e verità è all’origine del diritto alla libertà religiosa. Questo non è un diritto arbitrario, ma espressione del dovere di cercare la verità. Per questo lo Stato, nel riconoscerlo, deve farlo senza rompere il nesso religione-verità. Se lo Stato considera il diritto alla libertà religiosa come un diritto arbitrario e destituito di una sua verità – pare questa la strada intrapresa- , finirà per equiparare tutte le religioni in un qualunquismo relativistico che può aprire la strada al non rispetto di diritti umani fondamentali.

In altre parole i diritti umani hanno bisogno di uomini e donne che credano nella giustizia e che, soprattutto, siano capaci di sacrificarsi per essa.

 Armando Manocchia

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