Brzeski: “Impossibile paragonare le economie di Italia e Spagna”

12 giu – “Fra Spagna e Italia restano forti differenze, dal settore bancario a quello immobiliare, ma anche nelle rispettive economie: l’Italia, ad esempio, non ha sperimentato una bolla immobiliare come quella che ha bruciato le banche di Madrid”.

E’ il giudizio espresso all’Adnkronos da Carsten Brzeski, senior economist del gruppo Ing, che sottolinea come “nonostante gli ultimi dati deludenti, le nostre stime sull’Italia restano migliori” di quelle relative alla Spagna perche’ “i fondamentali del vostro paese sono diversi”.

Brzeski riconosce come oggi questa diversita’ non venga riconosciuta dal mercato: “Di sicuro sono all’opera speculatori, e comunque e’ difficile interpretare i mercati che a loro volta “non sembrano aver capito che su alcuni punti l’Eurozona non puo’ procedere molto rapidamente” visto che “c’e’ un processo democratico” da rispettare e “sono in atto riforme e aggiustamenti strutturali” che richiederanno tempo per dare i loro effetti.

Quanto agli aiuti a Madrid, per Brzeski “sono un primo passo, potrebbero bastare al settore bancario, ma il problema di fondo della Spagna e’ la recessione della sua economia” che si ripercuote sugli istituti di credito.

Commentando la ‘nazionalizzazione’ del debito sovrano, con la fuga degli investitori stranieri, per l’economista di Ing “e’ un brutto segno, si vedono sempre piu’ titoli di Stato in mano alle banche nazionali” con le relative ripercussioni sui tassi di interesse. Ma, in merito all’Italia, aggiunge “onestamente i rendimenti attuali pagati dal vostro paese mi sembrano sostenibili, se confrontati con quelli piu’ elevati pagati negli anni ’80 e ’90: il vero nodo e’ la una combinazione fra tassi sui titoli, recessione e l’aggiustamento fiscale in atto”. E comunque, spiega, “il rapporto fra fabbisogno di finanziamento rispetto al Pil e’ piu’ basso in Italia che negli Usa o in Gb”.

Sullo scontro di fondo fra la rigida posizione tedesca e le richieste degli altri membri dell’Eurozona, per Brzeski “non e’ una questione di chi vince o di chi perde: la Germania si sta muovendo verso una maggiore solidarieta’ e integrazione, ma per farlo pone le sue regole, non vuole regalare i suoi soldi: quindi nessun eurobond incondizionato”. Per l’economista di Ing, insomma, “la signora Merkel potrebbe aprire la porta a una maggiore condivisione del debito, come appunto quella degli Eurobond e dell’unione bancaria, ma solo al termine di un lungo processo di integrazione e sempre a precise condizioni”.

Infine, sulla Bce, Brzeski osserva come “la gravita della situazione giustifca un taglio dei tassi in tempi brevi” ma il vero punto cruciale e’ il prossimo Consiglio Europeo “nel quale dovremmo vedere qualche passo nella giusta direzione”. Ma, ammette, “non so se bastera’ a spingere la Bce a riprendere gli acquisti di titoli di stato o a nuove iniezioni di liquidita’”. adnk

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