Crisi e rigore: Monti avverte forze politica, non distruggete credibilita’ Paese

Roma, 30 Apr – L’Italia ha raggiunto in Europa, nel suo affrontare la crisi, un tale livello di credibilita’ che non deve essere messo in discussione, peggio distrutto dai comportamenti dei rappresentanti delle forze politiche, imprenditoriali e sindacali.

E’ quanto lascia intendere Mariuccio da Varese in un passaggio della conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei Ministri.
”Il governo si sta impegnando in Europa – spiega il prof – perche’ ci sia un maggiore orientamento verso la crescita”. Per il bocconiano ”e’ puerile chiedersi: perche’ il governo non picchia i pugni sul tavolo europeo?’. Noi invece pensiamo – continua Monti – che la strategia migliore sia quella di fare le cose bene nel proprio Paese, cose che di solito coincidono con quanto richiesto dall’Ue e andare avanti forti di questa credibilita”’. Una credibilita’ che ”pero’ puo’ essere distrutta in qualsiasi momento se lo vuole il mondo politico, industriale o sindacale”.

Credo che gli italiani siano ormai abituati a interpretare la parola “rigore” secondo schemi semiotici ormai collaudati dall’esperienza più dura: quella che lascia i segni sulla pelle.

Per i milioni di cittadini normali, e’ rigore tutto quello che riguarda l’eccessivo peso fiscale che li sta ulteriormente colpendo grazie al “salva Italia” di Monti.

Per altre categorie di concittadini, rigore e’ tutto ciò che colpisce  sempre in casa altrui e quasi mai in casa propria.

Ci sono infatti due Italia. Inutile fare la solita distinzione geografica. Quella dei soliti noti: quel larghissimo parco dei prelevati alla fonte, coloro sui quale agisce con tempismo e precisione chirurgica il sostituto d’imposta. E quella di coloro che, pur tartassati, possono giocarsela col Fisco, riducendo almeno in parte i danni.

Questa e’ la solita storia del nostro Paese. Monti sembra incapace di scriverne un’altra perché tra il dire e il fare c’e’ di mezzo quello che sappiamo.

A proposito, niente monti, quest’anno. Meglio la collina..

guglielmo donnini

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