Immigrati, patriarca Moraglia: cambiamo nome, chiamiamoli migranti

patriarca Moraglia

16 apr – ”Non chiamiamoli piu’ immigrati, ma migranti”. Cosi’ il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, riassume quanto si e’ proposto al secondo Convegno ecclesiale di Aquileia a riguardo del nuovo atteggiamento che le Chiese del Triveneto dovrebbero assumere nei confronti degli extracomunitari. ”Penso che una lettura a 360 gradi del Vangelo dica che l’uomo e’ al centro dell’interesse di Dio e della Chiesa.

Si e’ chiesto, dunque – spiega Moraglia – di non chiamare piu’ gli immigrati con tale parola, ma migrantes, a nostro fianco, riconoscendo che tutti siano migranti, pellegrinanti verso una meta che ci sta dinanzi.

Mi pare bella l’immagine di sentirci con loro, anche se magari in una situazione piu’ agevole, in cammino verso un qualcosa che sta davanti a noi e a loro”. Nelle proposizioni del convegno si legge, in particolare, che ”la fede in Cristo ci deve aiutare a prendere coscienza della nostra condizioni di migranti (pellegrini. E questo perche’ nessuno e’ padrone della sua vita, della sua terra, della sua cultura e della sua fede”. Le proposizioni, tra l’altro, invitano le Chiese diocesane ad ”accompagnare il ritorno degli immigrati che hanno acquisito capacita’ presso di noi per riportarla nel paese d’origine, al fine di creare lavoro e, in prospettiva, limitare nuova emigrazione”.

E siccome i migranti ”costituiscono una vera risorsa economica, sociale e culturale”, l’invito delle Chiese di Nordest e’ di ”apprezzarli”, ”facendo loro riconoscere la cittadinanza italiana, qualora disposti ad assumersi la responsabilita’ di impegnarsi per il bene comune nel nostro Stato”. asca

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