Liberalizzazioni, Ragioneria dello Stato: 5 articoli privi di copertura

Come fa Napolitano a firmare un testo che contiene cinque articoli senza copertura? Se ci fosse un governo politico si sarebbe già gridato allo scandalo“.

21 mar. (TMNews) – Uscito blindato due settimane fa dal Senato, il decreto liberalizzazioni doveva procedere alla Camera senza intoppi verso la conversione da approvare entro sabato prossimo 24 marzo: e invece ieri, giorno in cui, come annunciato, il governo ha posto la fiducia sul provvedimento (la dodicesima dal suo insediamento) a Montecitorio è scoppiato un caso che chiama in causa anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Con l’Idv e la Lega contro un decreto giudicato incostituzionale perché, come rilevato dalla Ragioneria generale dello Stato, contiene cinque articoli privi di copertura e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che, giudicando fondate le questioni sollevate dall’opposizione, stigmatizza l’insensibilità del governo alle richieste del Parlamento.

Sono le dieci del mattino quando in Aula alla Camera parte il dibattito sul complesso degli emendamenti cui si iscrivono a raffica leghisti e dipietristi. Dopo un’ora e mezzo, come un rito che si consuma ormai ogni volta che il governo pone la fiducia, tocca all’Udc Angelo Compagnon chiedere la chiusura anticipata della discussione, preludio alla richiesta di fiducia da parte del governo. Ma Lega e Idv non demordono e insistono sul documento trasmesso alla commissione Bilancio dalla Ragioneria generale dello Stato che boccia la copertura di alcune misure del decreto e su alcuni temi rinvia alle “valutazioni” di altri Dipartimenti. Nonostante ciò, la commissione presieduta da Giancarlo Giorgetti (Lega), ha dato parere favorevole.

“Così si viola la Costituzione”, attaccano i deputati dell’opposizione ma anche Andrea Ronchi e qualche voce del Pdl: Guido Crosetto, Maurizio Bianconi, Giancarlo Mazzuca. Tacciono Pd e terzo polo ma soprattutto tace il governo che, dopo il tentativo di Idv fallito di rinviare in Commissione il provvedimento (l’Aula bocca la richiesta per poco più di 200 voti) prende la parola soltanto con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che pone la fiducia prendendo atto delle parole di Fini. La terza carica dello Stato infatti aveva espresso “il rammarico per l’insensibilità mostrata dal governo che non ha ritenuto opportuno fornire all’Assemblea ulteriori chiarimenti sulle questioni sollevate perché oggettivamente si tratta di questioni che hanno una loro fondatezza”.

“Non so cosa farà il ministero dell’Economia. Una risposta la deve dare”, ha risposto Giarda ai giornalisti al termine della conferenza dei capigruppo che ha fissato per oggi alle 15.45 la prima chiama del voto di fiducia e domani il voto finale. Ma intanto la Lega chiama in causa il Colle e chiede un incontro. Il presidente dei deputati del Carroccio Gianpaolo Dozzo parla di “esautoramento del lavoro del Parlamento” e si chiede: “Come fa Napolitano a firmare un testo che contiene cinque articoli senza copertura? Se ci fosse un governo politico si sarebbe già gridato allo scandalo“. adnk

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