Indignados: la teoria strampalata di una sinistra radical chic

di Claudio Romiti

Per l’approfondimento di oggi, mi sembra utile tornare al tema dei gravi disordini di Roma, allo scopo di mettere in evidenza una delle tante truffe politiche che circolano in questi giorni, soprattutto a sinistra. Ossia la strumentale relazione che esisterebbe tra i presunti tagli operati dal governo Berlusconi alle forze dell’ordine e le conseguenti difficoltà che queste ultime avrebbero incontrato nel reprimere le violenze del 15 ottobre.

In sostanza, secondo parecchi sinistri demagoghi, la mancanza di fondi adeguati starebbe alla base dell’insufficiente contenimento adottato nei confronti dei famigerati black bloc (termine quanto mai eufemistico per definire i molti delinquenti di tante proteste anti-sistema). Ora, analizzando con un semplice ragionamento la tesi, si nota che la stessa appare talmente strampalata da sfiorare il delirio.

Se, infatti, non sono bastati migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa per sedare una manifestazione che si dichiarava pacifica a causa di pochi fondi, ciò vorrebbe dire che per molti nostri pensatori radical-chic l’idea sarebbe quella di un governo che acquista elicotteri apache e bombe al napalm al fine di ridurre la piazza alla ragione. In altri termini, al di là della provocazione, se con i soldi pensiamo di migliorare la capacità offensiva delle forze dell’ordine, l’unica cosa che con i primi si può fare è aumentare la dotazione di strumenti di repressione dei secondi.

Quindi, più manganelli, idranti, candelotti lacrimogeni e blindati dovrebbero garantirci dalla furia di chi vorrebbe spaccare tutto in nome della risorgente fiaccola del comunismo? O forse, sempre secondo una burocratica mentalità di sinistra, concentrando nuove spese nella cancelleria e nelle fotocopie, si otterrebbe una maggior tutela dell’ordine pubblico? A me, francamente, tutto ciò mi sembra frutto di riflessioni del tutto insensate.

Così come insensata è una vecchia tesi, questa politicamente molto trasversale, secondo la quale i nostri poliziotti sarebbero frenati nei loro compiti istituzionali dal fatto di essere mal pagati.

Come dire: se invece di 1.500 euro al mese ne prendessero 2.000, avrebbero maggiori incentivi nel “mazzolare” i violenti che sfasciano vetrine e bruciano autovetture. Il problema, sotto tutti i colori e le tendenze politiche, vero è che la civiltà democratica di un popolo non si realizza certamente assumendo più poliziotti -tra l’altro l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di agenti in rapporto alla popolazione- o dotandoli di strumenti tecnologici eccezionali.

La democrazia fa parte di un lento e graduale processo evolutivo che non si incoraggia di certo predicando, come fanno ancora in molti, la cultura dell’odio e dell’invidia sociale. Per questo non ci sono manganelli che tengono.

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