Pavia – Pare che gli accordi fossero stati presi online, il tutto per fare in modo che nessuno si accorgesse dell’unione fittizia nella realtà . Fingevano di giurare amore eterno verso l’altra persona ma, in realtà , la promessa tradiva un segreto, ovvero quello di una finta unione, utile soltanto a ottenere i documenti per la regolarizzazione sul suolo italiano. Perché quel patto serviva a legittimare in Italia un cittadino di origine straniera. Così il matrimonio era stato combinato online, con il chiaro fine di eludere le norme di soggiorno e regolarizzare la posizione dello sposo, di nazionalità algerina. È accaduto a Pavia e, secondo quanto riportato da Il Giorno, a fermare il trucco è stata la polizia postale, del compartimento di Milano.
Il costo di un “matrimonio” – In base alle prime ricostruzioni, infatti, gli agenti addetti al controllo informatico prima di tutto avevano intercettato alcuni pagamenti elettronici e, successivamente, avevano scoperto che quei soldi servivano a pagare dei matrimoni con donne italiane. Secondo quanto riportato, quelle unioni erano organizzate da un gruppo di persone, sia di origine italiana, sia straniera, che per far ottenere i documenti proponevano cifre dai 10mila ai 15mila euro.
Il blitz nel giorno delle nozze – Il blitz delle forze dell’ordine si è concretizzato alcuni giorni fa, mercoledì 30 ottobre, durante la celebrazione dell’unione della coppia. Gli agenti, infatti, una volta entrati nella sede del comune di Pavia, a palazzo Mezzabarba, alla pronuncia del “sì” hanno fatto arrestare la sposa e i due testimoni, uno italiano e uno di nazionalità algerina, a loro volta accusati di aver ricevuto del denaro in cambio della falsa attestazione.
I provvedimenti – Durante l’operazione, gli agenti di polizia hanno fatto sequestrare gli anelli nuziali, circa 3mila euro in contanti, varie carte di pagamento e i telefoni cellulari, che saranno oggetto di prossimi approfondimenti investigativi. Questa mattina, invece, gli arresti sono stati convalidati e l’autorità giudiziaria ha disposto la scarcerazione delle due persone italiane coinvolte che, insieme ai complici stranieri, rimangono sottoposti a indagini per la violazione delle norme sull’immigrazione. Per uno dei testimoni, il cittadino di origine algerina, oltre che per lo sposo e un terzo straniero coinvolto, sono state avviate anche le procedure di espulsione. Quello di queste ore non è il primo caso che si registra: in diverse circostanze, i finti matrimoni sono serviti a coprire malviventi o a garantire i documenti necessari per la cittadinanza.

