di Alessandra Benignetti – –Â www.ilgiornale.it
Ad un anno di distanza dalla morte di Pamela Mastropietro emergono nuovi agghiaccianti particolari sulla fine della ragazza. A rivelarli è la moglie di un collaboratore di giustizia detenuto nel carcere di Marino del Tronto, al quale Innocent Oseghale, principale indiziato per lâomicidio della diciottenne romana, avrebbe descritto gli ultimi tragici istanti di vita della sua vittima.
âIl giorno in cui se ne andò dalla comunitĂ Pamela pagò la droga a Desmond Lucky con una collanina dâargento che le aveva regalato la mammaâ, ha raccontato la donna, la cui identitĂ non è stata rivelata per motivi di sicurezza, al programma di Rai 1 Storie Italiane. âOseghale le diede due euro per comprare la siringa, Desmond voleva un rapporto con Pamela e Oseghale, ma Pamela, seppur sotto lâeffetto della droga, si rifiutò â continua il racconto della testimone – si alzò dal divano e respinse Desmond, lui le diede uno schiaffo e Pamela cadde vicino al seggiolone della figlia di Oseghale, battendo la testaâ. Ă a questo punto, secondo la ricostruzione, che Oseghale sarebbe intervenuto gettando âdellâacqua in faccia a Pamela per risvegliarlaâ. âA quel punto la spogliò e abusò di lei â ha proseguito la donna – quando Pamela si riprese minacciò di chiamare la Polizia e si avvicinò alla porta per scappare, cercò di difendersi graffiando Oseghale al collo, lui, in preda alla rabbia, accoltellò Pamela, la lasciò che stava malissimo e in preda alla paura uscĂŹ per cercare Desmondâ. âVoleva farsi aiutare ma Desmond si rifiutò – va avanti lâintervista -Oseghale tornò a casa convinto che Pamela fosse morta, quando si accorse che non era cosĂŹ la colpĂŹ di nuovo e poi iniziò a sezionare il corpo per nasconderlo in due valigieâ.
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Ma le rivelazioni, alla vigilia del processo del prossimo 13 febbraio in Corte dâAssise, non finiscono qui. Oseghale, infatti, secondo la testimonianza della donna, avrebbe cercato di corrompere suo marito con una cifra a cinque zeri, per convincerlo a testimoniare in sua difesa al processo. Inizialmente tra i due, vicini di cella, câera stata maretta, ma poi il pusher nigeriano, osservando il trattamento di favore che veniva riservato nel penitenziario al collaboratore di giustizia, avrebbe cercato di farselo amico. Una volta stretta amicizia, avrebbe iniziato a confidarsi con lâuomo, decidendosi, dopo qualche giorno, a chiedergli una mano. âOseghale disse a mio marito che se lo avesse aiutato gli avrebbe fatto arrivare 100mila euro da Castel Volturno â assicura la donna – gli propose di fare da testimone in sua difesa, avrebbe dovuto testimoniare che Pamela era morta di overdoseâ.
Il presunto assassino della ragazza, secondo la versione fornita dal testimone di giustizia, avrebbe avuto a disposizione âmolta disponibilitĂ economicaâ allâinterno del carcere. Soldi che, sempre stando alle parole della donna, proverrebbero dallâaffiliazione con la mafia nigeriana, che avrebbe il suo quartier generale proprio nella stessa provincia campana dalla quale sarebbe dovuto arrivare il denaro promesso da Oseghale al vicino di cella. âOseghale rivelò a mio marito di essere un referente della mafia nigeriana a Macerata e di appartenere a un gruppo criminale chiamato Black Cats â ha spiegato la fonte del programma condotto da Eleonora Daniele – gli fece vedere dei segni incisi sullâaddome, simbolo di affiliazione a questa organizzazione criminaleâ.
Qualche giorno fa era stato il legale della famiglia Mastropietro, Marco Valerio Verni, intervistato dallâAdnkronos, a chiedere agli inquirenti di indagare sulla âpresenza della mafia nigeriana nelle Marcheâ anche attraverso il contributo della Direzione distrettuale antimafia. Intanto, ad un anno dal brutale omicidio, restano molti i punti ancora da chiarire sulla vicenda. Fra questi, c’è anche quello dellâallontanamento di Pamela dalla comunitĂ dove si stava curando.
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