Programma POSIT, dall’Italia 5,4 mln di euro per la Palestina

In aiuto della Palestina, l’Umbria invia medici: esperti per curare disabili e invalidi di guerra

euro-butt24 luglio – Il Programma POSIT, finanziato dalla Cooperazione italiana con 5,4 milioni di euro, intende rafforzare il sistema di cure primarie e i servizi di emergenza mediante la fornitura di attrezzature medicali e lo sviluppo delle competenze del personale sanitario con un articolato programma di formazione. L’intervento favorirà l’accessibilità ai servizi essenziali del sistema sanitario palestinese, con particolare riferimento ai servizi ostetrici, alla medicina di famiglia, alla prevenzione e il controllo delle malattie non comunicabili, alla salute della donna e la violenza di genere, la salute mentale e la disabilità.“

L’Umbria è in prima fila per rafforzare la sanità del popolo Palestinese che vive una nuova drammatica guerra con Israele proprio in questi giorni. Saranno inviati medici e paramedici per insegnare le tecniche riabilitative in campo della disabilità oltre che esperti in protesi.

L’Umbria fa parte della Convenzione di collaborazione tra Ministero degli Esteri e altre regioni come Sicilia, Toscana e Campania, sottoscritta questa mattina a Roma, presso la Farnesina, dal Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, Giampaolo Cantini.

Le quattro Regioni metteranno a disposizione del programma, che punta a potenziare il sistema di cure primarie per il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione della Cisgiordania e di Gaza, risorse professionali provenienti dai rispettivi Servizi Sanitari Regionali, con esperienza specifica in determinati settori di eccellenza (per la Campania la salute mentale; per la Sicilia le malattie croniche; per la Toscana la salute delle donne; per l’Umbria la disabilità).

“In questo progetto – ha affermato Marini – porteremo il nostro patrimonio di esperienze e professionalità utili alla realizzazione del programma di aiuti che si pone come obiettivo primario quello di aumentare la possibilità di accesso dei palestinesi ad un sistema sanitario più adeguato a dare risposte di salute, in primo luogo per le fasce della prima infanzia e dell’adolescenza particolarmente ampie tra questa popolazione”.

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