
Corradino Mineo, sulla sua rubrica quotidiana âIl Caffèâ, oggi scrive: Tsipras è ora appeso ai creditori europei e alla loro sublime stupiditĂ . Tornato in patria dopo lâaccordo di Bruxelles, è stato accolto da una rivolta nel suo stesso partito che si aspettava misure energiche di sostegno alla povertĂ , la riassunzione dei dipendenti pubblici licenziati, lâaffermazione del diritto alla casa. Tsipras e Varoufakis dovranno invece spiegare, entro oggi, a Moscovici, Draghi e Lagarde come troveranno i soldi per non fallire. Visto che lâEuropa non ha voluto essere solidale con la Grecia e se ne infischia del voto democratico e delle speranze di quel popolo. Premier e ministro delle finanze si stanno battendo con la forza della diperazione e hanno messo su un programma inconsueto: stop al contrabbando, lotta a corruzione ed elusione, imposta patrimoniale, tentativo di recuperare lâevasione, rateizzando i debiti per non buttare nessuno in strada.
Può darsi che creditori ed Europa gli rispondano che queste sono solo chiacchiere. Quando mai un ricco o un corrotto ha pagato per la crisi che la sua accumulazione ha causato! E per Syriza, per la speranza Tsipras, per i tanti che hanno manifestato sostegno al governo attaccato dai conservatori tedeschi e non difeso dai socialdemocratici europei, sarĂ tragedia, Greca, se volete. âIl Paese esploderĂ se il governo tradisce promesse giĂ fatteâ sbotta Manolis Glezos, partigiano ed europarlamentare. âMa a me che importa?â direbbe Francesco. LâItalia è al sicuro. Aspetta la ripresa e non resta che qualche gufo, perdente, rosicone.
âĂ in atto una scissione tra il lavoro e i diritti di chi lavoraâ – dice Maurizio Landini a Repubblica – âE chi lavora è povero. Dallâaltra parte aumenta la corruzione, lâevasione, il controllo di settori dellâattivitĂ economica da parte della criminalitĂ organizzataâ. âIl governo di Renzi – continua Landini – sta facendo politiche che favoriscono questi processi. Dice che si ha diritto a licenziare sempre e che si può evadereâ.
Io sono piĂš generoso. Penso che Renzi sia davvero convinto (come dâaltra parte molti giornalisti e tanti nostri concittadini, anche di sinistra) che lâItalia sia stata paralizzata dalle rigiditĂ sindacali e dalla contrattazione del lavoro. Ă convinto che i magistrati siano una casta autoreferenziale. Che la scuola vada scossa mettendo gli insegnanti gli uni contro gli altri, e facendo entrare un poâ di sano spirito confindustriale. Che una Rai non piĂš lottizzata potrebbe anche astenersi dalla competizione con i privati, per fare invece da spalla allo sforzo riformatore del governo (programmi per la scuola, documentari da istituto Luce, prodotti di nicchia e culturali). Che il Parlamento vada preso a schiaffi e che la democrazia possa consistere nellâelezione di un Premier ogni 5 anni. Che gli imprenditori vadano invogliati con agevolazioni e sgravi. Che ai poveri debba pensarci il governo, redistribuendo quel che si può. Che i capitali rientreranno e vanno tassati senza esagerare.
Questo è il realismo di Matteo Renzi. Si riduce la torta per il ceto medio e questo mette a rischio la democrazia? Riduciamo pure la democrazia, sgrassiamo i corpi intermedi, rafforziamo il potere centrale e ci salveremo. A questo sâè ridotta la terza via di Blair e Clinton dopo la crisi del 2008. Io penso che questo modo di ragionare (che non è solo di Renzi) ci porti presto allâesplosione sociale, alla fine dellâEuropa e persino alla guerra. Ma io sono un gufo.
