
22 febbr – “Padoan? Sa cosa deve essere fatto”. Agli ottimisti che speravano in politiche di rottura contro l’euro-rigore ha risposto a modo suo Olli Rehn. Il commissario Ue agli Affari economici, nel corso del G20 di Sidney, ha commentato la nomina del nuovo ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, con un messaggio che suona a metĂ strada tra la fiducia e l’intimazione. Quel “sa cosa deve essere fatto”, tradotto, è un invito a non sgarrare, a non abbandonare la strada dell’austerity e delle riforme a tappe forzate che tanto piace a Bruxelles.
Il giuramento posticipato – Nemmeno il tempo di tornare in Italia proprio da Sidney, da dove l’ormai ex vicepresidente dell’Ocse è partito in fretta e furia, e Padoan si ritrova sul groppone giĂ un bel fardello. Il neo-ministro non ha ancora prestato giuramento al Quirinale (“PresterĂ giuramento successivamente nelle mani del Capo dello Stato”, recita il comunicato ufficiale del Colle) ma peraltro ha giĂ reso note le linee guida del suo mandato. “So che c’è tanto lavoro da fare”, ma la prima cosa da fare “è una due diligence” sulla spesa pubblica, ha spiegato al Sole 24 Ore.
Il programma di Padoan – Padoan, nella prefazione al rapporto dell’Ocse presentato al G20 di Sydney, riassume le prioritĂ che, secondo lui deve avere in questa fase l’azione economica, “per evitare la trappola della bassa crescita”. Il neoministro dell’Economia accorda alle misure per favorire la crescita la precedenza rispetto al consolidamento dei conti pubblici. In questo senso individua quattro prioritĂ : aggiustamenti salariali per ridurre il costo del lavoro, inclusa la riduzione del cuneo fiscale e lo spostamento della tassazione sui consumi, sulla proprietĂ immobiliare e sulle successioni; incentivi agli investimenti in nuovi mercati e nuove tecnologie; miglioramento della competitivitĂ dei prodotti; soliditĂ dei bilanci delle banche. Riforme che chiedono tempo e sostegno politico diffuso, soprattutto se davvero Padoan vorrĂ concretizzare il sogno da tanto tempo sbandierato, quello di una patrimoniale. Appoggio politico che, al momento, pare mancare se è vero che la sua nomina è stata frutto di un “garbato suggerimento” di Napolitano a Renzi, che invece avrebbe preferito altri nomi (dal bocconiano GuidoTabellini a Lucrezia Reichlin). BisognerĂ capire se l’ombrello protettivo di Unione europea e Bce lo salverĂ , anche a costo di indebolire il premier. libero
