Saviano: “mi domando se finirò in un ospedale psichiatrico”

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17 FEB – “Me he arruinado la vida. Non credo sia nobile aver distrutto la mia vita e quella delle persone che mi circondano per cercare la veritĂ . Avrei potuto fare lo stesso, con lo stesso impegno, con lo stesso coraggio ma con prudenza, senza distruggere tutto. Invece sono stato impetuoso, ambizioso”. E’ amara la confessione di Roberto Saviano, che a dieci anni dalla pubblicazione di Gomorra e dalla conseguente condanna a morte della camorra, rivela il suo dramma umano in un’intervista a El Pais, ripresa da Il mattino.

Il calvario di un uomo costretto a vivere in esilio, in luoghi segreti, traspare tutto dalla risposta alla domanda: ne è valsa la pena? “No – risponde lo scrittore -. E so che quando lo dico, qualcuno può pensare: che codardo. Vale la pena cercare la veritĂ  e vale la pena arrivare fino in fondo, ma proteggendoti”. “Bisogna considerare che non posso disporre della mia vita senza chiedere autorizzazione – spiega -. NĂ© uscire o entrare quando voglio, nĂ© frequentare le persone che voglio senza doverle nascondere nel timore di rappresaglie. A volte mi domando se finirò in un ospedale psichiatrico”.

“Sul serio – conferma -. GiĂ  adesso ho bisogno di psicofarmaci per tirare avanti e non era mai accaduto prima. Non ne faccio abuso, ma a volte ne ho necessitĂ . E questa cosa non mi piace per nulla. Per questo spero che prima o poi finisca”.

“Il mio dramma interiore è – confessa ancora -: avrei potuto aver fatto tutto questo ma senza mettere a rischio tutto. PerchĂ©, qual è il problema? Se tu anteponi un obiettivo, la veritĂ , la denuncia, a qualunque altra cosa della tua vita, diventi un mostro. Un mostro. PerchĂ© tutte le tue relazioni umane e professionali sono orientate a ottenere la veritĂ . Forse alla fine sarĂ  nobile, una cosa generosa. Tuttavia la tua vita non si converte in generosa, Le relazioni diventano terribili”.ansa

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