Violenze, prostituzione e aborti. Organizzazioni criminali gestite da immigrati al CARA di Mineo

cara28 dic – Sicilia Notizie: a pochi giorni dal tanto discusso video trasmesso dal TG2, l’ombra di un altro scandalo sembrerebbe incombere sul business dei centri di accoglienza siciliani. Violenze, prostituzione e aborti potrebbero rappresentare il poco gratificante “scheletro nell’armadio†della più importante struttura di accoglienza siciliana: il CARA di Mineo. Innanzitutto la prostituzione.

Secondo la denuncia di un operatore della comunità “S.Egidioâ€, alcune ragazze, molte delle quali minorenni, sarebbero attualmente schiave di mini organizzazioni criminali gestite da immigrati e costrette a prostituirsi “lo sanno tutti, compresi i mediatori culturali e la direzione. Si girano dall’altra parte e fanno finta di non vedereâ€, queste le parole dell’anonimo operatore. Non solo. Tra i clienti abituali di queste povere ragazze sembrerebbero esserci anche alcuni operatori della struttura, i quali pretenderebbero gratuitamente delle prestazioni in cambio di piccoli lavori, spesso mal pagati. La procura di Caltagirone ha comunque già aperto un’inchiesta per sfruttamento della prostituzione e si aspettano a giorni i primi risultati delle indagini.

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Altro fenomeno su cui riflettere è quello degli aborti. Nei primi tre mesi del 2012, su 32 interruzioni volontarie di gravidanza avvenute nel comprensorio di Mineo, 7 interessavano donne ospiti del CARA. Una percentuale altissima se si considera che le donne ospitate nel centro sono appena 600. Secondo chi gestisce il CARA, i motivi di queste cifre così alte sarebbero da cercare in una presunta fornitura errata di profilattici; per medici e volontari le interruzioni di gravidanza sarebbero da mettere in relazione con il giro di prostituzione. Ma non finisce qui.

A completare il quadro già abbastanza cupo della situazione al CARA di Mineo, il “lavoro†di alcuni operatori, i quali lucrerebbero affittando stanze a migranti non aventi diritto o a chi, privo dello status di rifugiato, non ha un posto dove andare. A parlare, ancora l’operatore della comunità S.Egidio “Qui vige la legge del più forte. Tra i richiedenti asilo c’è chi, con la violenza, è in grado di dire ad un altro ospite: ‘Questa stanza mi serve, vai a cercarti un altro posto dove dormire’â€. Accuse infondate o sfogo di chi ha un conto in sospeso con la propria coscienza? Speriamo che le indagini riescano a chiarire i fatti.