16 AGO – “Spiragli per la grazia nella nota di Napolitano? Non ne vedo, non ci sono le condizioni, tra tre anni non so cosa potrebbe accadere, ci potrebbe anche essere una situazione di emergenza umanitaria, ma oggi come oggi no “.
Così Stefano Rodotà, intervistato da Radio Capital, commenta la nota del Presidente della Repubblica. “Napolitano ha escluso che la grazia arrivi motu proprio e poi per la grazia sono fissate condizioni specifiche che fanno perno sul carattere umanitario della decisione”.
Ma quali sarebbero questi requisiti, le condizioni per una grazia? Per capirlo andiamo a rivedere i casi di grazia concessa da alcuni Presidenti della Repubblica
Ovidio Bompressi, ex esponente di Lotta Continua, condannato insieme ad Adriano Sofri a 22 anni di carcere per l’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi. Grazia concessa da Giorgio Napolitano.
Domenico Pittella, ex senatore socialista condannato con sentenza irrevocabile nel 1993 al processo Moro Ter a 12 anni e un mese di reclusione per reati di terrorismo. Grazia concessa da Carlo Azeglio Ciampi.
Ali Agca, condannato all’ergastolo per l’attentato al Papa in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981. Grazia concessa da Carlo Azeglio Ciampi.
Vito De Rosa, condannato all’ergastolo nel 1953 per aver ucciso con un’accetta il padre che lo picchiava a sangue. Grazia concessa da Carlo Azeglio Ciampi.
Graziano Mesina, “Grazianeddu”, la primula rossa del banditismo sardo, 62 anni, 40 dei quali trascorsi in carcere. Grazia concessa da Carlo Azeglio Ciampi.
Aldo Orrù, condannato a 23 anni di reclusione per l’omicidio di un uomo a Milano nel 1986. Grazia concessa da Carlo Azeglio Ciampi.
Franco Viezzoli e Giovanni Battista Zorzoli rispettivamente ex presidente e ex consigliere d’amministrazione dell’Enel, condannati per corruzione nel processo di Milano per le tangenti pagate all’azienda elettrica tra il 1986 e il 1992. Grazia concessa da Carlo Azeglio Campi.