Garlasco, sotto le unghie di Chiara Dna compatibile con quello di Sempio

Sempio

Il Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi è compatibile con quello di Andrea Sempio

L’analisi biostatistica condotta dalla genetista Denise Albani del gabinetto di polizia scientifica, e perita nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’incidente probatorio nell’inchiesta che vede indagato il 38enne per l’omicidio della ragazza uccisa la mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, indica che c’è “piena concordanza” tra l’aplotipo Y rilevato nel 2007 e la linea paterna del profilo biologico dell’indagato: una popolazione di pochissime persone che si riduce ai parenti in linea maschile.

A scriverlo sono Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero secondo i quali la pec spedita dalla perita Denise Albani è arrivata ieri in tarda mattinata alle caselle di posta elettronica dei consulenti delle parti e alla procura. Una conclusione che, secondo i quotidiani, per logica investigativa, porta direttamente a Sempio 38enne amico di gioventù di Marco Poggi, fratello della vittima.

L’anticipazione sarĂ  cristallizzata nella perizia definitiva che Albani depositerĂ  a inizio dicembre e che verrĂ  discussa in udienza a Pavia il 18. Il risultato rovescia quanto aveva stabilito il genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che undici anni fa condannò Alberto Stasi: il professore analizzò e scartò lo stesso Dna perchĂ© “non consolidato”, fornendo i presupposti scientifici anche per la prima archiviazione di Sempio chiesta nel 2017 dall’allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione in atti giudiziari.

Gli accertamenti di Albani hanno stabilito che le prove di laboratorio di De Stefano furono condotte con campioni non omogenei, ma “nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici” marcatori. Albani sottolinea che “l’aplotipo non è di per sĂ© identificativo, quindi è un cromosoma Y, viene condiviso da tutti i soggetti imparentati in linea paterna, per cui non si può attribuire univocamente a una sola persona», piuttosto “è un contesto familiare di appartenenza”.
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