“Quello di Grossman è un ammonimento giusto perché, quando si arriva ad affamare una popolazione – per quanto le responsabilità siano condivise con Hamas (e anche questo Grossman lo dice) – il rischio di arrivare all’indicibile esiste. Ed è veramente straziante per me vedere Israele sprofondato in un simile abominio, con alcuni ministri fanatici che, con gli occhi fuori dalle orbite, gridano propositi di virulenta disumanità, oppure con gruppi di coloni che compiono vergognose azioni squadristiche ai danni di palestinesi inermi in Cisgiordania”.
Così la senatrice a vita Liliana Segre, in un’intervista a ‘La Repubblica’, commenta le parole dello scrittore israeliano David Grossman.
“Anche Grossman, con la sua eccezionale sensibilità, avverte il pericolo dell’uso strumentale e parossistico dell’anatema ‘genocidio’ che fin dal giorno successivo al 7 ottobre viene fatto qui in occidente. E infatti dice “Dobbiamo trovare il modo per uscire da questa associazione fra Israele e il genocidio. Prima di tutto, non dobbiamo permettere che chi ha sentimenti antisemiti usi e manipoli la parola genocidio” – aggiunge –
Se in Israele il problema è quello di arrestarsi sull’orlo dell’abisso, qui in Europa il problema è duplice: aiutare israeliani e palestinesi che in quell’abisso rischiano di sprofondare, ma al tempo stesso non far dilagare qui la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull’altro dei due fronti più estremi sta producendo. Per questo mi sono sempre opposta e continuo a oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo. È uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell’Europa, inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell’Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo”.
www.rainews.it