Nel settembre del 2021 una commissione dâ inchiesta indipendente aveva concluso che tra il 2018 e il 2020, mentre erano impegnati nella lotta allâEbola che aveva colpito la Repubblica Democratica del Congo, decine di dipendenti avevano compiuto abusi sessuali.
Secondo il rapporto di Gamhewage, da allora 104 vittime sono state risarcite dallâOms con 250 dollari.
Come sottolineato da Associated Press, si tratta di una cifra che, nella Repubblica Democratica del Congo, basta a coprire le spese per la vita quotidiana per appena quattro mesi.
Tra gli indagati al momento figurano uomini di diverse nazionalitĂ : Belgio, Burkina Faso, Canada, Francia, Guinea-Conakry, Costa dâAvorio.
La maggior parte dei casi riguardano il personale incaricato dallâOms di affiancare i medici locali, ma lo scandalo coinvolge anche altri organismi tra cui lâagenzia Onu per lâinfanzia, Unicef, lâOrganizzazione internazionale per le migrazioni, Oim, e tre organizzazioni non governative: Medici senza frontiere, lâassociazione di medici Alima, e World Vision, che si occupa di adozioni a distanza.
Stando ad alcune testimonianze, i violentatori evitavano di utilizzare profilattici durante lâatto. Questo nonostante, come sottolinea The New Humanitarian, raccomandassero alla popolazione di evitare il piĂš possibile i contatti fisici per contrastare la diffusione di Ebola.
I risarcimenti dellâOms âperversiâ
Paula Donovan, codirettrice della campagna Code Blue per eliminare quella che definisce lâimpunitĂ per i comportamenti sessuali scorretti allâinterno delle Nazioni Unite, ha definito âperversiâ i pagamenti dellâOms alle vittime di abusi e sfruttamento sessuale.
âĂ straziante pensare che degli operatori umanitari abbiano inflitto abusi sessuali a delle donne mentre erano impegnati a combattere lâepidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congoâ, ha invece dichiarato il direttore per lâAfrica dellâOms, Matshidiso Moeti.
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