Giostre e parchi di divertimento ignorati, follia del governo

giostre

“I parchi di divertimento segno di un’Italia che sa divertirsi in maniera sana e costruttiva”. Le parole del giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra a favore della riapertura di giostre e circhi.

Se c’è una categoria penalizzatissima dal Covid-19, o dalla presunta psico-info-pandemia, per dirla con il sempre ottimo e schietto Professor Alessandro Meluzzi, è proprio quella degli spettacoli viaggianti.
I titolari di attrazioni, giostre e circhi, alle prese con l’impossibilità manifesta e indotta da un gruppo di imbecilli al potere che stanno di fatto azzerando le migliori tradizioni italiane di sempre.

Quelle che dal Dopoguerra a oggi hanno scritto pagine memorabili del costume e delle abitudini ludico-sociali del nostro Paese.

Gli esercenti dei luna-park sono pressocchè totalmente ignorati da Palazzo Chigi, nonostante le briciole miserrime loro destinate (perché ottenerle, come tutti i ristori, è un vero e proprio lavoro oltre al lavoro) dall’ultimo atto risibile e insufficiente che porta il nome di ‘FUS’, Fondo Unico per lo Spettacolo di metà febbraio 2021.

Parliamo, solo per i parchi di divertimento itineranti, di un comparto pari a 15.000 ditte individuali con ricavi netti annui in media oscillanti tra i 25 e i 30mila euro cadauna, ognuna delle quali contribuisce direttamente al mantenimento e alla dignità di nutriti nuclei familiari estesi: che superano, spesso, le 10/15 unità di media. Fronteggiando mensilmente costi ingenti legati a manutenzione, certificazione e collaudo di strutture e mezzi pesanti, assicurazioni, suolo pubblico, energia, gas, acqua e così via.

Persone e lavoratori per i quali la ridicola apertura della scorsa estate è coincisa con la drastica riduzione del numero dei posizionamenti delle attrazioni montabili in piazze, giardini e lungomare per via della farsa ignobile strumentale, una stronzata chiamata ‘distanziamento sociale’.

Ecco, alla luce dei risultati pessimi da essa conseguiti, mi pare opportuno precisare che l’unica distanza rilevante rilevata da chi scrive è quella – incolmabile, debilitante, invalidante e deficitaria – tra i neuroni (ammesso che ne abbiano mai avuti!) dei 18 idioti ministeriali patentati che hanno fatto parte del Conte Bis: distanza che pertanto ha reso loro impossibile il completamento delle relazioni sinaptiche mediante le quali avvengono sia lo scambio di informazioni nel cervello che il ragionamento, ovvero la sua logica conseguenza. Che, vista la crisi aberrante dello stivale, in costoro è parametro assente mai pervenuto.

Giostre divertimento dei bambini

Le giostre sono state il primo sorriso di un bambino e di una famiglia felice finalmente libere dal tedio bellico, il sano divertimento di una domenica pomeriggio dopo un’estenuante settimana di lavoro, i ricordi più belli dei piccoli a passeggio con gli adorati nonni.

Le sole che possono ancora tentare di restituire qualche ora di vita vera a piccoli e millennials ormai sempre più preda di tecnologia e tecnocrazia.

Difenderle, tutelarle, assicurare loro futuro e prospera longevità è un diritto che afferisce al campo mnestico delle radici intoccabili e sacrosante di un popolo: quelle che restano senza passare, e a cui spesso e volentieri è bene saldamente aggrapparsi per evitare di esser trascinati via dalla forza imperiosa della corrente dei corsi e ricorsi della Storia. Dio salvi i luna-park!

Maurizio Scandurra

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